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Appalti, anche per le varianti “minori” obbligo di comunicazione all’anticorruzione

Anche la varianti in corso d’opera degli appalti sotto la soglia comunitaria, fissata a 5.186.000 euro, saranno sottoposte alla nuova procedura di comunicazione e monitoraggio, messa in atto dall’Autorità nazionale anticorruzione in seguito all’approvazione della legge 114 dell’agosto scorso. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore ai lavori pubblici Stefano Vinti, ha avviato la procedura prevista dalla stessa legge che in sostanza comporta l’obbligo, per tutte le stazioni appaltanti (locali e statali), di comunicare le varianti in corso d’opera di appalti di importo inferiore alla soglia comunitaria alle Sezioni regionali dell’Osservatorio dei contratti pubblici le quali a loro volta dovranno raccoglierle ed inviarle all’ANAC per le valutazioni e gli eventuali provvedimenti. “Abbiamo attivato le procedure per a giungere all’applicazione di una norma che senza dubbio, nelle sue intenzioni, vuole garantire la massima trasparenza e correttezza negli appalti, ha affermato l’assessore Vinti. Il problema è che, dopo l’entrata in vigore della norma nazionale, non sono state date ancora indicazioni sulle modalità di comunicazione alle sezioni regionali e sui dati da estrapolare e non si sono ancora costituiti i tavoli tecnici di confronto tre Stato e Regioni”.
Valutando che la vita media di un cantiere è di due anni e che nel 2013 in Umbria sono stati aggiudicati 460 appalti di lavori per la fascia di importo superiore a 40.000 euro ed altrettanti nel 2012 a cui inoltre vanno aggiunti i piccoli appalti (inferiori a 40.000 euro) e considerata l’occorrenza al minimo di una variante per appalto si prevede che dovranno arrivare all’Osservatorio regionale circa un migliaio di varianti da trattare ed inviare all’ANAC.

“Ci sarà dunque bisogno di un’impegnativa organizzazione per il trattamento dei dati delle varianti, ha sottolineato l’assessore Vinti, e ci sarà bisogno di farlo con la massima attenzione per non complicare ulteriormente l’esecuzione dei lavori pubblici, magari generando ritardi dovuti esclusivamente alla burocrazia che poi possono anche produrre aumenti dei costi nella realizzazione delle opere. Cercheremo di trovare tutte le forme più snelle e semplificate per applicare questa norma, garantendo contemporaneamente l’esigenza di trasparenza e correttezza doverose negli appalti di lavori pubblici. Il tutto sarà comunque gestito attraverso il sistema informatico Trama che è già attivo in Umbria nel settore dei lavori pubblici. Abbiamo però intanto la necessità di creare le condizioni per cui i responsabili dei procedimenti degli appalti che operano un Umbria non incorrano nelle sanzioni per mancato adempimento previste dalla Legge e quindi, considerata l’immediatezza della normativa già in vigore dal 19 agosto 2014, ha concluso l’assessore, risulta urgente dare le prime disposizioni all’Osservatorio regionale dei contratti pubblici ed alle Stazioni appaltanti operanti in Umbria per consentire l’attuazione della Legge 114/2014”.

Da una prima lettura della norma sono esclusi dalle comunicazioni delle varianti gli appalti di servizi e forniture; le “grandi opere” (infrastrutture strategiche e insediamenti produttivi e cosiddetta “legge obiettivo” ed i lavori dei cosiddetti “settori esclusi” (contratti della difesa, contratti secretati, sponsorizzazioni ecc.) e dei cosiddetti “settori speciali” (energia, telecomunicazioni, ciclo idrico, trasporti, porti, aeroporti ecc.).