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App, Atc e ora il caos “zone umide”: i nodi dei cacciatori

Una valutazione su quanto accaduto sabato scorso nelle due ore (tanto è durata) la preapertura di caccia in Umbria. Con l’app conta-tortore che, secondo quanto riferito da molti cacciatori, non ha funzionato come lo scorso anno, a seguito della scelta di non inviare comunicazioni via sms. E i conti che sembrano non tornare, visto che quest’anno in due ore – pur, presumibilmente, con meno cacciatori in preapertura – sono stati abbattuti gli stessi esemplari in un’ora in meno.

Ma ovviamente la riunione tra i vertici delle associazioni venatorie umbre è stata anche l’occasione per fare il punto sulle trattative per le elezioni dei presidenti dei due Atc dove la prima votazione si è conclusa con un nulla di fatto, nel Folignate-Spoletino e nel Ternano-Orvietano.

La battaglia per l’Atc2

Nell’Atc2 sembra che la Regione spinga per affidare la guida al rappresentante di Coldiretti, Marco Loreti. Anche vanificando la nuova tornata elettorale ed arrivando all’elezione diretta di Loreti. Che però, pur senza eccepire nulla sulla sua figura come persona e come imprenditore, viene contestato dai cacciatori in quanto non in possesso della licenza di caccia, requisito, questo, che era stato richiesto in una lettera indirizzata alla governatrice Tesei e all’assessore Morroni. L’accordo di quattro associazioni venatorie è su Guazzaroni, che per arrivare alla presidenza dell’Atc ha anche lasciato le sue cariche nel coordinamento d delle squadre dei cinghialisti.

L’Atc3 col possibile gioco di sponda

Si potrebbe arrivare a un gioco di sponda nell’Atc3, dove nella prima votazione hanno ottenuto 9 voti ciascuno Romani (indicato da Federcaccia) e Novelli (Libera Caccia). Un testa a testa nel quale potrebbe spuntarla un terzo nome, quello gradito alla politica, il delegato Anci, Montani.

Atc1, Calabresi vara l’Ufficio di presidenza

L’unico presidente eletto – nonostante manovre dell’ultima ora per favorire l’astensionismo e cercare così la quadra su tutti e tre gli Atc – è, nel Perugino, Luciano Calabresi. Che giovedì varerà l’Ufficio di presidenza. Anche, secondo quanto trapelato, con dei nomi a sorpresa, considerando le astensioni che hanno messo a rischio la sua elezione.

Caos piombo nelle “zone umide”

Ma a turbare l’avvio della stagione venatoria, anche in Umbria, è il pronunciamento del Tar del Lazio, che sulla base del ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste ha emesso un’ordinanza cautelare che vanifica la circolare esplicativa interministeriale sull’uso di munizioni di piombo nelle “zone umide”. I giudici amministrativi hanno chiarito che una circolare ministeriale non può prevalere su una norma di rango superiore qual è quella contenuta in un regolamento Ue. Che quindi si applica direttamente negli Stati membri.

Le “zone umide” non sono dunque solo quelle di pregio individuate dai ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura (in Umbria solo quella di Colfiorito), ma tutti i corsi d’acqua. Vicino ai quali, con una fascia di rispetto di 100 metri secondo l’interpretazione più restrittiva chiesta dall’Europa, i cacciatori non possono trasportare munizioni tradizionali, con il piombo.

Le associazioni venatorie riunite nella Cabina di regia hanno chiesto al Governo di intervenire in tempi rapidissimi con un decreto legge, così da definire puntualmente la mappatura ed i divieti, evitando pericolose interpretazioni che possono portare a multe e contestazioni nei territori.