Perugia e provincia sotto attacco dei truffatori di anziani. “Suo figlio ha avuto un incidente”, “sua figlia è stata arrestata”, “i suoi nipoti sono in pericolo”. Bugie che fanno tremare anziani indifesi, li mandano nel panico e li fanno cadere nelle trappole di spietati truffatori seriali. Il fenomeno dilaga, è frequentissimo. L’Umbria sta raccogliendo decine di segnalazioni in questo senso. Nonni soli in casa che si ritrovano d’un tratto a consegnare a sconosciuti malintenzionati tutto il denaro e i preziosi che hanno dentro casa.
Nei giorni scorsi lo avevamo raccontato è accaduto di nuovo , ma la vicenda è stata illustrata nei dettagli questa mattina dal capo della Mobile Marco Chiacchiera e dagli agenti della squadra antirapina. E’ stato spiegato che prima che i truffatori scappassero portandosi via il bottino dei colpi messi a segno in tre appartamenti, gli agenti della questura li hanno individuati e arrestati in flagranza di reato. Si tratta di due giovani poco più che ventenni originari della Campania. Il giudice ha convalidato gli arresti, come disposti dal pm Gemma Miliani e applicato la misura cautelare dei domiciliari che i due sconteranno a Napoli in attesa del processo a loro carico che si terrà in ottobre. Lo stesso giudice ha anche stabilito che i due arrestati svolgano servizi di pubblica utilità.
Ma lo stesso copione è andato in scena decine di volte. Si tratta di un metodo che i malviventi applicano quasi scientificamente. Prendono di mira una zona, (qualche settimana fa era toccato ad alcune frazioni del capoluogo) che può essere una via o una frazione, come nelle scorse ore nel caso della zona di via Magno Magnini e attraverso l’elenco telefonico chiamano a tappeto le abitazioni magari tenute sott’occhio per qualche ora per capirne le abitudini familiari e poi agganciano l’anziano.
Il metodo della truffa. Con la prima chiamata spiegano che una qualche tragedia è capitata ad un loro congiunto (di solito figlio o nipote) e con un ritmo serrato che lascia alla vittima poco tempo per pensare gli dicono che un incaricato sta già recandosi da loro per ritirare la somma del denaro necessario. La linea telefonica così resta sempre occupata, per impedire all’anziano di contattare un familiare e i tempi sono ristretti. In un attimo suona il campanello e la richiesta di denaro si materializza davanti al portone e non più solo al telefono. Se non ci sono contanti in casa nessun problema, loro si mostrano disposti a raccogliere ogni genere di prezioso conservato in casa.
Truffata per tre volte in un anno. Una delle donne vittima delle razzie di ieri mattina è stata raggirata e derubata altre due volte. Quello di ieri il tentativo è andato fortunatamente fallito perchè la donna ha fatto in tempo a chiamare un familiare. Mentre poco dopo le forze dell’ordine che evidentemente erano già state allertate da altre vittime, hanno stretto il cerchio sui due partenopei chiudendogli le manette ai polsi. Quella di ieri per l’ottantenne sarebbe stata la terza truffa dello stesso identico genere nell’arco di un anno. Adesso gli inquirenti dovranno anche stabilire se a questi soggetti siano riconducibili altri episodi e se vi sia la regia di una vera e propria organizzazione dietro questo tipo di crimini.
Il fenomeno, infatti, ha avuto un sensibile aumento negli ultimi 3 anni, facendo registrare il picco nel 2015 con circa 15.000 casi accertati di truffe ai danni di over 65. Tra le regioni più colpite risultano la Lombardia, la Campania ed il Lazio. La casistica è infinita. Tra le truffe più ricorrenti ci sono quelle in abitazione che iniziano sempre con una scusa per entrare in casa: controllo del gas, lettura della luce, consegna di un pacco o, addirittura, finti appartenenti alle forze dell’ordine.
In strada gli anziani vengono avvicinati in prossimità delle banche o degli uffici postali dopo aver ritirato denaro oppure vicino casa da sconosciuti che si fingono conoscenti di vecchia data, i quali, con modi gentili, si fanno invitare a casa per svuotarla dei preziosi. Una terza tipologia è la telefonata di un falso parente o di un falso amico di un famigliare che richiede soldi preannunciando l’arrivo di un incaricato per il ritiro.