Alessia Chiriatti
Siamo a 20 giorni dalla presentazione delle liste per la candidatura a sindaco di Perugia, per le elezioni che si terranno il 25 maggio: fioccano i nomi, frutto di concitate sedute tra parti che provano a mettere d'accordo le anime diverse di una compagine politica (e amministrativa) che non da ultimo dovrà fronteggiare la riduzione del numero di consiglieri da 40 a 32. Dopo il primo incontro post-Zaganelli di ieri, e dopo gli ultimi tavoli della giornata tra Fiammetta Modena (FI), Franco Asciutti (Ncd) e Marco Squarta (Fd’I), il centrodestra non tradisce la sua decisione e pesca tra una rosa di nomi già emersa, appunto ieri: è Andrea Romizi il suo candidato, giovane avvocato e consigliere di Forza Italia. Una candidatura quasi renziana, almeno per età. Non saranno dunque nè Emanuele Prisco, giovane anche lui, il quale comunque non aveva mai manifestato la volontà di candidarsi, nè Maria Rosi, la quale comunque molto si è spesa per la convergenza sul nome. A lui il compito di sfidare Boccali, Barelli, Rosetti, Waguè, stando alle figure fattesi avanti almeno per adesso.
Da Palazzo dei Priori stamattina era quasi partita una “silurata”: Romizi presente, al tavolo con la stampa c'erano Massimo Perari, Armando Fronduti, Rocco Valentino e Renzo Baldoni, i quali avevano dichiarato che sarebbero riusciti a esprimere la candidatura entro 48 ore. Il fronte si è mosso anche per ribadire le proprie posizioni sulla seconda tratta del minimetrò, “un progetto – a loro avviso – che non può essere realizzato“, così come per aprire al dialogo con Numerini, un uomo “fedele al centrodestra”. Una minoranza quella di Palazzo dei Priori partita in 16, ma rimasta orfana di 2 membri, con Sbrenna disinteressato allo schieramento e Cozzari riversatosi nel centrosinistra. La conferenza finisce con Massimo Perari, coordinatore comunale di Forza Italia, che ha chiuso ritenendosi indignato per i fatti accaduti a Prepo. Per Perari, infatti, “senza tessera del partito a palazzo non si fa nulla“.
Romizi allo scoperto – E' così che lo stesso Andrea Romizi scioglie le riserve e scrive un post su facebook, con il plauso di chi lo sostiene corredato da altrettanti post: “Mi piacerebbe che nei prossimi giorni non si parlasse tanto e solo del mio nome, frutto di una difficile e accidentata convergenza tra parti, ma del progetto che da qui nasce. Romizi sì o Romizi no non è importante.. quello che conta è ciò che, pur consapevole dei miei limiti, ho accettato di rappresentare: la ferma e diffusa volontà di tante persone di rifondare Perugia, economicamente, socialmente e culturalmente. Per questo ho deciso di esserci”.
Le parole di Fioroni – Intanto la ex Senatrice del Pd Anna Rita Fioroni ha deciso di rispondere sui rumor venuti fuori in questi giorni: “i continui rimandi, anche dopo il “Pesce d’Aprile”, ad un mio ipotetico incontro ad Arcore con il Presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi mi costringono a fornire una risposta ufficiale ad una questione sollevata non si sa bene da chi, da quale fonte o da quale area. Non c’è mai stato alcun incontro ad Arcore, alcuna proposta, né alcuna telefonata tra me e Berlusconi. Il mio lavoro – puntualizza Anna Rita Fioroni – è sotto gli occhi di tutti e la mia unica strategia è quella di perseguire l’idea di rinnovamento che abbiamo espresso nel nostro Programma forte di un’area che mi ha portato ad ottenere, su Perugia, un ottimo risultato alle recenti Primarie del PD.
A centrosinistra le manovre continuano: ed è sempre Anna Rita Fioroni che dichiara di essere giunti all'individuazione dei candidati per le prossime amministrative comunali: “scelte comunicate al Segretario comunale del PD Francesco Giacopetti”. “Entrambi provenienti dalla società civile, con ottimo percorso curriculare e professionale, rappresentano i candidati migliori per sostenere, in seno alla proposta programmatica del PD, il mio Programma di Rinnovamento per la città di Perugia”: si parla come già anticipato anche su queste colonne di Minestrini e Bardelli. “Ritengo – continua Fioroni – che la presenza di candidati che hanno sostenuto il nostro percorso sia un arricchimento per il Partito in una fase in cui è necessario lavorare sinergicamente per un obiettivo comune che deve essere sempre quello di favorire il benessere della città e dei suoi abitanti. Non penso perciò che sussistano ragioni, oggettive e formali, per non accettare le nostre candidature. Piuttosto devo constatare, con rammarico, che persistono all’interno del Partito tentativi singoli di screditamento della mia figura anche da parte di soggetti che ricoprono ruoli istituzionali di primo livello. Ciò è particolarmente grave in un momento in cui, al contrario, si dovrebbe lavorare per favorire, anche con sensibilità diverse, il raggiungimento di un obiettivo comune. Non è accettabile questo modo di operare, che si annida su tatticismi puri e semplici, volti non solo ad evitare che si apprezzi e si integri la nostra proposta di rinnovamento, ma anche ad impedire che ci si concentri sulle questioni reali, sui problemi della città e su come affrontarli con la dovuta serenità. Vorrei sottolineare, al contrario, la mia coerenza ed onestà intellettuale, nel proseguire un percorso che intendo portare avanti, nonostante le enormi difficoltà incontrate e l’atteggiamento di chiusura che invece è stato attuato nei miei riguardi e nei confronti dell’area che rappresento. Non posso perciò che ribadire di nuovo, quando si fa riferimento al mio 40% ed alla perdita delle Primarie, che questo risultato è più che ottimo se paragonato alla ristrettezza dei tempi a disposizione, meno di una settimana e all’impossibilità di far conoscere la nostra idea di rinnovamento ai cittadini, dando loro il sacrosanto diritto di poter valutare e scegliere liberamente, senza condizionamenti alcuni. Credo che il Partito debba essere sempre garante della dialettica democratica, della totale imparzialità nel rispetto dei cittadini, per consentire una libera e consapevole scelta. Il mio impegno è sempre andato in questa direzione e continuerò a lavorare per la mia idea di rinnovamento che significa anche un ricambio della classa dirigente”.
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