Un viaggio indietro nel tempo nella storia di Perugia, fino agli anni del fascismo, con più di 400 nomi, foto, aneddoti e racconti dettagliati. Un’indagine negli apparati informativi e repressivi del regime. È il frutto del lungo lavoro di ricerca svolto da Andrea Maori – appassionato della storia contemporanea di Perugia e provincia – raccolto nel libro “Il labirinto delle spie”, edito da Morlacchi nel 2016. L’autore, assieme allo storico Claudia Minciotti Tsoukas – che ha curato la prefazione – è stato ospite del caffè letterario dell’Isola del Libro di domenica 9 luglio, nella sala consiliare del Comune di Passignano sul Trasimeno.
Dalla lettura del libro emerge il ventennio visto da un altro punto di vista: quello dei volti che non hanno fatto la storia e che sono tuttora sconosciuti. Farmacisti, ortolani, operai, attraverso i quali viene mostrata una Perugia fascista in cui le spie erano molto diffuse, dove le retate di studenti e docenti nei licei erano all’ordine del giorno e dove i grandi hotel della città (Brufani e la Rosetta) diventavano luoghi di internamento per persone sorvegliate, che non potevano tornare al loro paese d’origine perché sospettate di essere spie per i propri governi. Maori descrive una realtà inesplorata, ma documentata con testimonianze dirette e un elenco degli informatori dell’Ovra (la polizia segreta del regime, il cui nome fu scelto dal Duce per richiamare la “piovra” e dare l’idea di una polizia tentacolare) e dei confinati, ammoniti e diffidati tra gli anni 1940-1943.
«È stato quasi un lavoro da detective», ha raccontato Andrea Maori nel corso dell’incontro in cui ha ripercorso le pagine del suo libro, mostrando al pubblico le facce degli schedati e degli oppositori. «L’Ovra e la Questura lavoravano a stretto contatto – ha spiegato – il carcere di Perugia era un luogo di detenzione di antifasciste e di condannate per spionaggio ai danni dell’Italia, ma venivano compiute anche torture, come nel caso di un gruppo di antifascisti e popolani di Porta Pesa, torturati a causa di alcune scritte contro il regime delle quali non si riusciva a scoprire l’autore. Anche l’ascolto di Radio Londra veniva punito con due anni di arresto».
L’Umbria, ha spiegato Claudia Minciotti Tsoukas, dal 1926 non ha più avuto oppositori al regime. «Un’operazione che inizia con la Marcia su Roma ma ancora prima con il “governo della forca”, sul quale si innesterà uno zoccolo duro che durerà a Perugia fino al 1944. L’Ovra è uno strumento di repressione così efficiente che parlare di antifascismo diventa estremamente difficile. I primi tentativi di rivolta al regime si hanno solo quando cominciano ad arrivare le notizie di insuccessi in guerra». Ma chi erano le spie che lavoravano per il regime? «Chi spiava lo faceva perché era un fascista convinto e aveva paura dei sovversivi, ma nella maggior parte dei casi lo faceva per soldi. La tariffa era tanto più elevata quante più persone venivano denunciate».
Questo caffè letterario ha chiuso la prima parte dell’Isola del Libro Trasimeno, che si ferma per le vacanze estive. Tornerà per ferragosto, con un lungo fine settimana – da sabato 12 a lunedì 14 agosto – ricco di eventi. Oltre ai caffè letterari, che ospiteranno gli autori Sandro Allegrini, Giovanni Fasanella e Gianluca Santini, sono tanti altri gli appuntamenti in programma: l’inaugurazione della mostra personale del pittore Mauro Capitani, alla Rocca di Passignano sul Trasimeno; la fiera del libro; la caccia al tesoro per bambini, il concerto di Annalisa Baldi e gli Zero in Condotta e gli spettacoli teatrali (“Incontriamo le fiabe camminando” e “Salomè” di Oscar Wilde) a cura di Samuele Chiovoloni.