Le imprese e i professionisti umbri in sette anni, tra le dichiarazioni presentate al fisco nel 2009 (relative all’anno di imposta 2008) e nel 2016 (relative all’anno di imposta 2015), hanno visto sfumare ben 10,14 miliardi di euro di fatturato, perdendo quasi un quarto (-23,4%) del volume di affari. In altre parole, nelle dichiarazioni presentate al fisco nel 2016 il fatturato dichiarato da professionisti e imprese dell’Umbria è inferiore di 10,14 miliardi di euro rispetto alle dichiarazioni presentate nel 2008. In altri termini ancora, tra le dichiarazioni 2009 e quelle 2016 la perdita cumulata di fatturato in Umbria è stata di 10,14 miliardi di euro (Tabella 1).
La contrazione accusata dall’Umbria tra le dichiarazioni 2009 e 2016 come detto è di ben il 23,4%, il doppio rispetto alla media nazionale (-11,9%). Il dato umbro, che vede andare in fumo quasi un quarto del fatturato, è il quinto peggiore d’Italia. In media nazionale, invece, è andato in fumo poco più di un decimo del fatturato complessivo pre-crisi.
Il vento della ripresa è tuttavia arrivato con le dichiarazioni presentate nel 2016 (anno di imposta 2015), quando il fatturato di imprese e professionisti in Umbria è cresciuto dello 0,6%, guadagnando quasi 189 milioni di euro (Tabella 2), ma rimanendo sotto l’aumento registrato a livello nazionale (+0,8%, + 27,4 miliardi circa di fatturato). Per il 2017 è previsto un aumento superiore, ma recuperare almeno una parte consistente dei 10,14 miliardi persi in Umbria non sarà facile e certamente non breve.
Fatturato medio imprese e professionisti, il calo in Umbria oltre il doppio di quello medio nazionale (-19,8% contro -8,2%). Il divario tra fatturato medio in Umbria e in Italia sale dal 26,5% al 33,2%. La ripresa si fa sentire dal 2015, quando il fatturato medio è cresciuto in termini reali del 4,2% e in questo caso l’Umbria è perfettamente in linea con la media italiana
Quanto al fatturato medio (frutto della divisione tra fatturato e numero di contribuenti Iva attivi, ossia che hanno presentato la dichiarazione al fisco), tra le dichiarazioni 2009 e quelle 2016 la contrazione accusata in Umbria è stata del 19,8%, oltre il doppio della media nazionale (-8,2%). Si tratta del quarto peggior risultato tra le regioni italiane. (Tabella 3).
In Umbria il fatturato medio di professionisti e imprese è passato, in termini reali (ossia in euro 2015, togliendo quindi l’inflazione intercorsa nel periodo), da 583mila 700 a 468mila 200 euro, con una contrazione di 115mila 400 euro (ossia, in media il fatturato dichiarato nel 2016 è inferiore di 115mila 400 euro rispetto a quello dichiarato nel 2009). A livello medio nazionale il fatturato dichiarato è invece passato in termini reali, sempre tra le dichiarazioni 2009 e quelle 2015, da 79mila 420 a 72mila 880 euro.
Da evidenziare, in questo quadro, che mentre nelle dichiarazioni 2009 il fatturato medio dichiarato dalle Partite Iva dell’Umbria era inferiore del 26,5% rispetto alla media italiana (532mila 600 euro contro 742mila 700 euro), ora il divario a sfavore dell’Umbia si è allargato al 33,3% (728mila 800 euro contro 468mila 200 euro). In termini reali, ossia in euro 2015, il divario tra fatturato medio in Umbria e in Italia è passato, a sfavore dell’Umbria, da 210mila 500 a 260mila 600 euro (Tabella 3).
La ripresa però è arrivata e nelle dichiarazioni 2016 il fatturato medio delle Partite Iva è cresciuto rispetto alle dichiarazioni 2015 del 4,2% (Tabella 4) sia in Umbria (da 449mila 400 a 468mila 200 euro) che in Italia (da 699mila 700 a 728mila 800 euro), frutto combinato di una flessione del numero delle Partite Iva (-3,5% in Umbria e -3,2% in Italia) e di una crescita del fatturato complessivo (come visto, +0,6% in Umbria e +0,8% in Italia). In sostanza, rispetto alle dichiarazioni 2015 ci sono meno imprese e professionisti attivi, ma con più fatturato Una tendenza che sta proseguendo e rafforzando, secondo i preconsuntivi.
Andamento numero di partite Iva di imprese e professionisti. Calo del 4,5% in Umbria e in Italia
La minore diminuzione del fatturato medio rispetto al fatturato totale deriva dalla riduzione del numero delle partite Iva intercorsa tra le dichiarazioni 2009 e quelle 2015. In Umbria le Partite Iva ‘attive’, ossia quelle che presentano la dichiarazione al fisco dichiarando fatturato, sono scese del 4,5% (-3.314, da 74mila 383 a 71mila 069), un calo un po’ più forte di quello registrato a livello nazionale (-4%, da 4,683 a 4,497 milioni di Partite Iva) (Tabella 6).
Gran parte di questa flessione è avvenuta nell’ultimo anno per cui il ministero delle Finanze ha elaborato i dati (Tabella 8). Tra le dichiarazioni presentate nel 2016 e quelle presentate nel 2015, infatti, il numero delle Partite Iva ‘attive’ è sceso del 3,5% in Umbria e del 3,2% in Italia.
Conclusioni
“L’andamento del fatturato – commenta il direttore del settore datajournalism di Mediacom043, Giuseppe Castellini – in Umbria è stato gravissimo. Dal 2008 al 2014 è andato in fumo un quarto del volume di affari di professionisti e imprese, mentre in Italia la flessione, benché rilevante, è stata circa della metà. La ripresa del fatturato è iniziata nel 2015, anno per i quali il ministero delle Finanze ha già i dati, che ci ha fornito e che presentiamo, ma bisognerà vedere la sua forza e se l’Umbria ridurrà il divario creato con la media nazionale oppure se, benché in aumento, il fatturato complessivo della regione continuerà ad allargare il divario con il dato italiano, divario che esisteva prima della recessione ma che durante la recessione si è aggravato. La percezione della ripresa c’è – afferma Castellini – ma attenzione che deriva, più che dall’aumento del fatturato complessivo, dalla crescita del fatturato medio. Crescita, quest’ultima, che deriva dal fatto che un aumento moderato del fatturato si spalma su una platea minore, perché il numero della partite Iva si è notevolmente ridotto, soprattutto tra il 2015 e il 2014. Il fatturato medio è aumentato del 4,5% in un anno sia in Umbria che in Italia e questo, alle Partite Iva rimaste attive, è ben percepibile, anche se alla fine del 2015 c’è ancora da colmare, rispetto ai livelli pre crisi del 2008, una perdita di fatturato medio dell’8,2% in Italia e di ben il 19,8% in Umbria”.
Sulla riduzione delle Partite Iva, il direttore del settore datajournalism di Mediacom043 rileva che “non è necessariamente un male, perché significa che sono scomparse partite Iva la cui situazione era ormai insostenibile. Meglio avere meno professionisti e meno imprese ma più robusti che tante Partite Iva tutte, o quasi, fragili. Resta però il fatto che, nonostante l’aumento di fatturato medio registrato nel 2015, la situazione umbra post crisi continua ad apparire da questo punto di vista fragilissima e non ci sono segnali di una riduzione del divario con la media nazionale. Anzi, il divario con il Centro-Nord, già ampio prima della crisi perché in aumento dall’anno 2000, è aumentato in modo drastico. Basti pensare che, oggi, il fatturato medio di un’impresa o di un professionista è diventato appena il 32,2% di quello esistente nel Lazio, mentre nelle dichiarazioni presentate al fisco nel 2009 era il 40,4%. Il confronto con la Lombardia, nello stesso periodo, vede scendere il fatturato medio di imprese e professionisti umbri dal 43,2% al 38,2%. Livelli che fanno apparire l’Umbria gracilissima, mettendo una seria ipoteca sul suo benessere futuro.
CURIOSITÀ
Ecco alcuni elementi, non contenuti nel breve rapporto di cui sopra, ma contenuti comunque nelle tabelle allegate, che possono rappresentare elementi di stimolo.
Fatturato totale imprese e professionisti
Confrontando le dichiarazioni presentate al fisco nel 2009 (relative all’anno di imposta 2008) e quelle presentate nel 2016 (relative all’anno di imposta 2015) emerge che solo in una regione italiana è aumentato – in termini reali, ossia in euro 2015 così da considerare l’inflazione intercorsa nel periodo – il fatturato delle imprese e dei professionisti Si tratta della Basilicata (Tabella 1), che fatto +7,7%. Flessioni contenute anche in Trentino Alto Adige e nel Lazio. Peggio dell’Umbria (-23,4%), che presenta il quinto peggior risultato e il peggior risultato nel Centro, fanno solo Molise (-36%), Calabria (-28,4%), Friuli Venezia Giulia (-27,1%) e Sardegna (-23,5%). La media nazionale è -11,9%.
Se si guarda invece all’ultimo anno per cui il ministero delle Finanze ha elaborato i dati (Tabella 3), emerge che tra le dichiarazioni presentate nel 2016 e quelle presentate nel 2015 è ancora la Basilicata (+43%) a guidare la ripresa dei fatturati di imprese e professionisti. Seguono Piemonte (+6,4%), Campania (+5,3%), Puglia (+3,5%) e Calabria (+3,1%). L’Umbria fa +0,6%, rispetto a +0,8% della media nazionale. Stavolta però l’Umbria non è maglia nera nel centro, perché la Toscana si ferma a +0,5%. Questi sono tuttavia di dati si un solo anno, bisognerà quindi attendere i successivi per avere un quadro più certo sulla forza della ripresa dei fatturati e sulla loro distribuzione territoriale.
Fatturato medio imprese e professionisti
Sul fronte del fatturato medio di imprese e professionisti, tra le dichiarazioni presentate nel 2016 e quelle presentate nel 2015 (Tabella 2) il risultato migliore lo ottiene la Basilicata, dove il fatturato medio cresce in termini reali del 9,1%. In territorio positivo anche il Trentino Alto Adige (+0,4%). Perdite limitate per Lazio (-0,1%) e Liguria (-3,3%). L’Umbria (-19,8%) presenta il quarto peggior risultato e il peggiore del Centro. Peggio dell’Umbria fanno Molise (-35,1%), Calabria (-26,3%) e Friuli Venezia Giulia (-21,85). La media nazionale è -8,2%.
Se si guarda all’ultimo anno, Tra le dichiarazioni presentato al fisco nel 2016 e quelle del 2015 (Tabella 4) a guidare la ripresa dei fatturati medi è ancora una volta la Basilicata (+49,7%), seguita da Piemonte (+10,8%), Campania (+10,3%), Calabria (+7,9%) e Puglia (+7,3%). Da evidenziare an che l’Abruzzo con +5,7%. In Italia l’unica regione che mostra il segno meno è la Sardegna (-4,6%). L’Umbria marca +4,2%, dato in linea con la media nazionale e superiore, nel Centro, a quello di Toscana (+3,9%) e Marche (+3,6%).
Da notare che, in termini di fatturato medio di imprese e professionisti, l’Umbria supera le Marche sia nelle dichiarazioni pre-crisi presentate nel 2009 (anno di imposta 2008), sia in quelle del 2016 (anno di imposta 2015), ma aumenta di ben un terzo il suo svantaggio con la media nazionale, come esposto dettagliatamente sopra nel Rapporto. Svantaggio che si allarga soprattutto nei confronti del Centro-Nord. Si pensi solo che, se nelle dichiarazioni presentate nel 2009 il fatturato medio di imprese e professionisti in Umbria era il 40,4% di quello del Lazio, tale percentuale scende addirittura al 32,2% nelle dichiarazioni presentate nel 2016 (in altre parole, un imprenditore e un professionista umbro in media fatturano il 32,2% rispetto ai loro colleghi del Lazio). E il fatturato medio dell’Umbria nei confronti della Lombardia nello stesso periodo è sceso dal 43,2% al 38,2%.