Moira Stocchi, 23 anni, della parrocchia di S. Gregorio in Nido a Castel Ritaldi, è
partita per il Kosovo, dove, per un anno, farà un'esperienza missionaria nella casa
che la Caritas regionale umbra ha in quel Paese. L'iniziativa è inserita nel progetto
del servizio civile volontario. Moira è cresciuta spiritualmente nella parrocchia
di Castel Ritaldi. In particolare, in questo ultimo periodo, si è impegnata molto nel
progetto 'oratorio' che la diocesi sta portando avanti in molte zone del territorio.
La decisione della giovane, dunque, non è nata all'improvviso, ma è frutto di attento
discernimento. “E' da parecchio tempo, ha raccontato Moira prima di partire, che
desideravo fare un'esperienza del genere, ma le difficoltà della lingua, i normali
dubbi che affiorano in scelte simili mi hanno frenato e non mi sono mai informata”.
Poi, la molla che ha spinto la giovane a partire. Un giorno sua sorella si informò
presso la Caritas diocesana di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino circa la
possibilità di fare un'esperienza missionaria. Il direttore prospettò
all'interessata le missioni della Tanzania, collegata alla diocesi di Assisi, e
quella del Kosovo, gestita dalla Caritas regionale. Tornata a casa ha raccontato il
fatto e Moira appena ha sentito parlare di Kosovo e di una casa famiglia per bambini ha
deciso: “ci vado io”. Così ha comunicato la sua decisione ai genitori, che all'inizio
sono rimasti un po' perplessi, non tanto per la scelta, ma per il lungo periodo di
assenza e per le eventuali difficoltà che si possono incontrare. Ma alla fine la ferma
volontà e le rassicurazioni della figlia hanno avuto la meglio. Gli amici, invece,
hanno detto a Moira di aver avuto molto coraggio nel partire. In terra kosovara
prevalentemente svolgerà attività con i bambini della casa famiglia. “Mi aspetto,
dice, di riuscire a dare amore a quei piccoli che sono costretti a vivere con l'incubo
della guerra e di accrescere in me sia la dimensione spirituale, che l'aspetto
formativo”. La comunità parrocchiale di S. Gregorio in Nido è felice della scelta di
Moira e l'accompagna con la preghiera. “La Chiesa, dice il parroco di Castel Ritaldi,
don Fabrizio Maniezzo, si esprime attraverso la generosità dei suoi figli e il fatto
che lo siano i giovani come Moira è un bel segno di speranza per la nostra comunità, ma
anche per la nostra Chiesa diocesana”. Anche i giovani del 'suo' oratorio fanno il
tifo per lei. La sua scelta ha affascinato molti altri, che hanno espresso il
desiderio di voler fare esperienze simili.