E' stata approvata all'unanimità nel corso della seduta di Consiglio Comunale di lunedì scorso (21 ottobre) la proposta di accorpamento dell'Istituto comprensivo di Montone e Pietralunga con la scuola secondaria di primo grado “Mavarelli – Pascoli” di Umbertide, prevista nelle linee guida per la programmazione territoriale della rete scolastica e dell'offerta formativa in Umbria per gli anni scolastici 2012/2013 – 2014/2015. Dopo il via libera dei Consigli comunali di Pietralunga e Montone, anche il Consiglio Comunale di Umbertide ha espresso parere favorevole alla proposta avanzata dalla Giunta su richiesta delle Amministrazioni Comunali di Montone e Pietralunga che rischiavano di vedere cancellata l'autonomia scolastica del proprio istituto comprensivo per il mancato raggiungimento del tetto minimo previsto per legge di 400 studenti.
L'assessore all'Istruzione Giovanni Valdambrini ha così commentato: “E' una proposta che accogliamo con favore perché oltre a dare una risposta al problema del sottodimensionamento dell'istituto comprensivo di Pietralunga e Montone, garantisce continuità tra l'istruzione primaria e secondaria di primo grado. La normativa vigente non permette di tenere in vita scuole con meno di 400 iscritti e le scuole primarie e secondarie di primo grado di Pietralunga e Montone insieme non raggiungono tale numero così, dopo due anni di deroghe, è giunto il momento di ricorrere all'accorpamento. La soluzione più semplice e naturale è stata quella di unire l'istituto comprensivo con la scuola media Mavarelli-Pascoli dando vita, a partire dall'anno scolastico 2014/2015, ad un istituto con circa 850-900 alunni, proposta che è stata ampiamente condivisa dai sindaci e dai dirigenti scolastici di Umbertide, Pietralunga e Montone”. In fase di discussione il consigliere comunale Luigino Orazi, pur riconoscendo gli effetti positivi dell'accorpamento, ha evidenziato la necessità di accorpare anche le scuole primarie e dell'infanzia di Umbertide; l'assessore Valdambrini ha però risposto che un tale accorpamento avrebbe dato vita ad un istituto di quasi 2.000 alunni, difficilmente gestibile e con ricadute negative sull'occupazione del personale docente e non.