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Anche in Umbria 188 firme per la legge 188

Recentemente molte donne autorevoli del sindacato, dei partiti politici, della società civile, hanno promosso un appello “188 donne per la 188” contro il fenomeno delle cosiddette dimissioni in bianco, utilizzate allo scopo di consentire il licenziamento delle lavoratrici in caso di maternità, nonché di sgravare l’impresa dagli oneri relativi ai periodi di assenza dovuti a infortunio o malattia. Ricordiamo che il Governo Prodi nel 2007 regolamentò la materia attraverso la legge 188 che obbligava a redigere le dimissioni, pena la nullità, su appositi modelli resi disponibili gratuitamente dalle Direzioni Provinciali del Lavoro, dagli Uffici Comunali e dai Centri per l’Impiego e contrassegnati da un codice di identificazione progressivo e con durata limitata di 15 giorni. Un piccolo accorgimento “burocratico” che, però, rendeva vana la predisposizione di modelli firmati con largo anticipo e con la data in bianco. La legge 188 è stata cancellata dal Governo Berlusconi nel giugno 2008 e pertanto il triste fenomeno delle dimissioni in bianco continua.
Tantissime sono le donne che nel primo anno di vita del bambino si dimettono “volontariamente”!
Le donne di CGIL, CISL, UIL di Perugia incontreranno, con una delegazione, il Prefetto della città, domani, 23 febbraio alle ore 12,30, inserendosi, così, in un’iniziativa più ampia che si svolgerà anche a Terni (alle 17,30) e nelle altre città di Italia.
A Roma nello stesso giorno alle 11,30 si terrà una conferenza stampa per diffondere la consegna della lettera “188 firme per la legge 188” al Presidente del Consiglio Monti, ai Presidenti di Camera e Senato, alla Ministra del lavoro Fornero ed alle parlamentari del Senato e della Camera affinché si trovi una soluzione legislativa contro le dimissioni in bianco.
Una copia della lettera sarà consegnata a tutti i Prefetti per esercitare una pressione positiva sul Governo, sul Parlamento ed in particolare sul Ministro Fornero; una sollecitazione diffusa nel territorio, per porre fine ad una pratica incivile che rappresenta un vero abuso.