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Ammodernamento urbanistico, in 300 a Terni per il convegno Unises

Sono stati oltre 300 i professionisti che hanno partecipato, mercoledì 28.05.14 al Best Western Garden Hotel di Terni, al convegno di presentazione del “Piano Sistemico Nazionale di Ammodernamento Urbanistico – Effetti sullo sviluppo e sull’occupazione nel Paese Italia”, promosso dall’associazione apartitica UNISES (Unione Nazionale Imprese per lo Sviluppo Economico Sostenibile) insieme ad alcuni ordini, collegi e associazioni della Provincia di Perugia e Terni.

Ad aprire i lavori è stato il Sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, che ha espresso apprezzamento nei confronti del progetto pensato per riqualificare gli edifici situati nei centri storici e nelle periferie. «Da circa 6 anni – ha detto il primo cittadino – l’edilizia è in crisi, si sono persi tanti posti di lavoro e gli investimenti pubblici sono notevolmente calati. Dobbiamo rigenerare gli immobili esistenti e limitare il consumo del suolo anche perché sono gli stessi cittadini a chiedercelo, stufi di queste città vecchie ed obsolete. È la strada giusta da percorrere e seguiremo con attenzione i progetti che ci verranno proposti da UNISES».

A prendere la parola è stato poi l’Assessore all’urbanistica della Regione Umbria Fabio Paparelli. «Nelle scorse settimane – ha fatto notare – abbiamo preadottato un testo unico in materia di “Governo del Territorio e materie correlate” che consentirà di abrogare almeno 17 leggi regionali emanate a partire dagli anni Ottanta e snellire la burocrazia. L’obiettivo è quello di favorire il recupero delle aree dismesse, riutilizzare il patrimonio edilizio esistente, azzerare gli oneri urbanistici e valorizzare i centri storici».

In seguito è stata la volta dell’Assessore all’urbanistica del Comune di Terni Marco Malatesta, che ha sottolineato la necessità di dare vita quanto prima ad un progetto di rilancio del Paese in grado di coinvolgere imprenditori, professionisti e banche. «Se non interverremo presto – ha affermato – continueremo ad avere periferie degradate e centri storici non ristrutturati».

Il convegno è entrato quindi nel vivo con la presentazione da parte dell’economista Stefano Baldassini del “Piano Sistemico Nazionale di Ammodernamento Urbanistico” (il primo di una serie di progetti dedicati anche ad altri settori tra cui il turismo, il manifatturiero e l’agroalimentare). «Attualmente mancano prospettive future – ha spiegato – e occorre quindi elaborare una pianificazione strategica per uscire dalla spirale negativa in cui l’Italia si trova da anni a causa delle troppe norme, che creano incertezza nel diritto e ci impediscono di essere competitivi nel panorama europeo ed internazionale, dell’esistenza di tanti centri di potere, dell’eccessiva burocrazia, della mancanza di politiche economiche a lungo termine, finalizzate alla crescita del Pil e alla riduzione del debito pubblico».

Per rilanciare il Paese è fondamentale creare piani di programmazione per stimolare l’iniziativa privata assistendola con fondi strutturali, a partecipazione mista tra pubblico e privato, dedicati all’erogazione di finanziamenti a favore di imprese e famiglie. «L’economia reale italiana sta subendo un blackout finanziario ed è quindi opportuno – ha aggiunto Baldassini – affrontare il problema istituendo una società di scopo sistemica quotata in borsa partecipata dallo Stato, dalle banche e con un flottante pari al 49%, in grado di emettere obbligazioni (Italy Bond) con alto rating, in virtù dell’assetto societario sopra indicato, di una governance dualistica con un consiglio di sorveglianza e uno di gestione, nonché, di una particolare garanzia di solvibilità per gli investitori rappresentata da un’imposta collettiva di tutela del fondo strutturale, quale strumento per regolare anno per anno le eventuali sofferenze sugli impieghi del fondo strutturale, stante la funzione di utilità sociale dello stesso».

Attraverso il “Piano di ammodernamento urbanistico” si potranno mettere in sicurezza tutti i comparti urbani abitativi, del terziario e produttivi nonché rimodulare le destinazioni d’uso per invertire il trend di spopolamento dei centri storici e contestualmente stimolare le relative attività turistico ricettive. UNISES ha previsto che con il progetto sarà possibile dare il via ad una serie di appalti per un totale di 67 miliardi di euro l’anno, da destinare alla rigenerazione degli edifici stoppando così il processo di cementificazione e sottrazione di suolo.

«Il ventesimo secolo – ha detto l’economista – è stato caratterizzato da una marcata espansione urbanistica ed è ora arrivato il momento di far diventare la rigenerazione degli edifici un’esigenza prioritaria. A facilitare questo percorso è anche il fatto che l’Unione Europea si è dichiarata favorevole a destinare risorse in favore dello sviluppo urbano sostenibile, del recupero delle aree dismesse e dell’abbattimento delle emissioni di CO2. Il progetto che abbiamo elaborato sarà in grado di assicurare una pluralità di benefici stimolando nella fase di start up oltre un milione di posti di lavoro, riducendo in progress il tasso di disoccupazione a livelli fisiologici rispetto all’attuale e drammatico 12,7%, portando la pressione fiscale aggregata a livelli sostenibili e il rapporto debito pubblico/PIL in sicurezza, il tutto, in costanza di sostenibilità del debito privato».

Il tour nazionale di presentazione del “Piano Sistemico Nazionale di Ammodernamento Urbanistico”, avviato da UNISES lo scorso 11 aprile al centro congressi “Capitini” di Perugia, proseguirà, dopo la tappa di Terni, il 19 giugno a Orvieto e il 2 luglio a Milano.