Moreno Finamonti non lascia ma raddoppia. L’impegno del primo a scendere in campo per questa campagna elettorale, nonostante gli ultimi problemi di salute, va avanti e i suoi due ‘portavoce’, come si definiscono, Caterina Lucangeli e Francesco Manigrasso rincara la dose annunciando la conclusione di una seconda lista. Dopo “La voce di Foligno“, praticamente chiusa, ci sarà anche “Noi siamo Foligno”.
“Le sue condizioni di salute sono migliorate e non ci sarà nessun ritiro della candidatura – dice Lucangeli – relativamente al malore, non sono stati certo gli impegni elettorali a provocarlo, Moreno è da sempre un animale politico. Ha inciso invece il lungo periodo di stress quando era in prima linea come virologo. In ospedale a Foligno si è reso conto delle condizioni in cui versano“. Il progetto andrà avanti: “Abbiamo continuato a lavorare – ha detto Manigrasso – ci ha lasciato gli strumenti necessari per andare avanti. Questa distanza tra i due poli che abbiamo e questa libertà saranno la nostra forza. Siamo aperti ad ogni tipo di persona che intende candidarsi con noi. La prima lista, molto competitiva, è già conclusa, e stiamo finendo la seconda”. Ribadita la forte coesione della squadra: “Chi sceglie di appoggiarci – hanno detto – è contento che non ci siano partiti, si candidano perché vengono ascoltati“.
“Tutti pensano che eleggere un candidato senza partiti sia una debolezza, invece è una forza“, ha aggiunto Lucangeli. Nello specifico si andrà nei prossimi giorni, con l’entrata nel vivo della campagna elettorale. E sulle prime mosse dei competitor: “Moreno si è presentato a novembre, quando abbiamo riempito la sala del Politeama, in un lunedì piovoso, con quasi 300 persone ad ascoltare. Anche quello era un messaggio politico. Ho visto inaugurazioni con i soliti rinforzi da Perugia”.
E ancora: “Ero in maggioranza – ha detto Lucangeli – e ho capito che ogni promessa era una grande bugia, perché non ho visto quel rilancio. Il ruolo del rinnovamento si attua con una squadra capace e dando la possibilità a tutti di operare in ruoli strategici, non solo di yes man“.
Parole d’ordine dunque libertà dai partiti e obiettivo indecisi e persone deluse di destra e sinistra: “Non vincerà il più fortunato, come nel 2019, ma il più bravo”.