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Amianto nell’acqua, la Cgil torna a chiedere un intervento di monitoraggio e bonifica

Si allarga la tipologia dei tumori dovuti all’amianto. Oltre al mesotelioma pleurico sono stati riconosciuti anche tumori al polmone, alla laringe e al fegato. E da recenti studi condotti in particolare nella regione Emilia Romagna dall’equipe del professor Giovanni Brandi, ordinario di Oncologia all’Università di Bologna, si sono scoperte fibre di amianto nell’acqua potabile.

Un allarme che riguarda anche l’Umbria, come già denunciato dalla Cgil e poi confermato dallo stesso presidente di Umbra Acque, la più grande azienda regionale che gestisce le reti idriche di 38 comuni. “Come Cgil, Cisl e Uil abbiamo già chiesto da tempo alla Regione e a tutti i soggetti coinvolti una verifica puntuale della situazione – afferma Vasco Cajarelli, della Cgil dell’Umbria – visto che, ad esempio, in Emilia Romagna, un attento monitoraggio ha portato alla luce la presenza di amianto nel 26% della rete idrica di quella regione”.

“Questo – continua Cajarelli – non solo nell’ottica di una prevenzione per la salute dei cittadini, ma anche per la creazione di nuovo lavoro di qualità, perché non è possibile procedere ai ritmi attuali di bonifica, che richiederebbero moltissimi anni per la sostituzione integrale delle tubature in amianto”.