Cultura & Spettacolo

Amelia, “Sentieri” porta l’arte contemporanea nel borgo ternano

Un’esposizione collettiva e itinerante nel centro storico di Amelia, e intorno alle antiche mura ciclopiche, con sperimentazioni, laboratori e dialoghi tra arte contemporanea e abitanti. E’ questo “Sentieri”, festival di arte contemporanea la cui prima edizione partirà sabato prossimo. Il festival è organizzato dal Centro ricerca arte contemporanea diretto da Claudio Pieroni, con la collaborazione dell’associazione culturale Feng Huang diretta da Luo Guixia e il patrocinio del Comune di Amelia.

“Si trattaspiegano gli organizzatoridi una mostra per immaginare le tappe di un percorso visivo e simbolico che accomuna, sfiorandole, la memoria e la metafora di viaggi lontani, tra oriente e occidente, tra La Via della seta e la Via Francigena che in questo territorio di orizzonti a perdita d’occhio, si sono incrociate secoli addietro. Queste tracce Claudio Pieroni, “artista visionario e colto”, le ha percepite e ha invitato i suoi artisti a ripensare questi segni e a dar loro corpo e immagine”.

Una proposta artistica, quella di “Sentieri”, che è un’interpretazione e un’attualizzazione di quel ricco tessuto di scambi culturali che si costruiva nei lunghissimi viaggi di pellegrini e mercanti, nel rapporto tra le diversità feconde di lingue, abitudini, riti, comportamenti e che si concretizzerà in un gruppo di ben 33 artisti, tra i quali un gruppo di giovani cinesi, che proprio in questi paraggi hanno condotto precedentemente un laboratorio formativo.

I dipinti, le fotografie, i video, le installazioni e le altre opere d’arte verranno esposti fra i vicoli, negli androni dei palazzi nobiliari che verranno appositamente aperti per l’occasione, negli spazi monumentali delle cisterne romane e sui muri di edifici chiesastici sconsacrati. Altre opere saranno invece introdotte nei luoghi in abbandono lungo le strade del centro storico, botteghe chiuse, officine in disuso, magazzini dimenticati.

“Ambienti disertatispiegano sempre gli organizzatorida chi ci ha lavorato e vissuto, ma abitati ancora da oggetti, strumenti e suppellettili che ne conservano la memoria e che diventano il sottofondo di esperienze e invenzioni dell’arte che ne ribaltano la vicenda identitaria in una dimensione trasfigurante”.