Enrico Melasecche
In queste ore una fortuita coincidenza unisce in qualche modo il destino di due aziende ed il loro rinnovamento. Da un lato la Inoxum, passata in maggioranza finlandese, rinnova i propri vertici con un ternano quale amministratore delegato. Dall’altro l’ARPA inaugura la sede di Terni, mostrando un investimento rilevante, con una bella sala convegni ed una biblioteca dedicata ma soprattutto con laboratori estesi e specializzati ed una compagine del personale adeguata. A nessuno sfugge il legame fra le due realtà. Inoxum, per fortuna, intende continuare ad investire ed aumentare anzi la produzione in una collocazione che un secolo fa era fuori della cerchia cittadina; oggi, con lo sviluppo urbano, la vede incastonata all’interno della realtà edificata. Il tema quindi della salvaguardia dell’ambiente è cruciale quanto quello dell’efficienza e dello sviluppo. Nel corso degli anni alcune emergenze sono rimaste tali mentre oggi c’è la possibilità di affrontarle e risolverle con soddisfazione di tutti. La discarica costituisce ad esempio una bomba ambientale di proporzioni enormi. Decine di migliaia di tonnellate di scorie vengono da decenni accumulate sopra il Nera, all’interno del tessuto urbano. Osservarla da Papigno fa un po’ impressione per l’altezza che ha ormai assunto da tempo. Si sta salendo di mese in mese verso il cielo e, prima che il problema diventi irrisolvibile, vanno studiate seriamente soluzioni adeguate. Il secondo problema che vorrei riportare all’attenzione di tutti è quello delle emissioni soffocanti che con i primi caldi, per una metà dell’anno circa, arrivano di notte in città e con diversa intensità colpiscono soprattutto i piani medio alti degli edifici e costringono le famiglie a tapparsi in casa per non soffocare. E’ stato detto che si sarebbe realizzato un impianto di captazione dal costo di 20 milioni di euro. Tutto ciò è avvenuto ma il problema rimane e pone dei dubbi sulla progettazione e/o sulla realizzazione di un impianto così costoso ma al contempo così inefficace da questo punto di vista. Ci auguriamo che le polveri di origine siderurgica che l’Università di Perugia aveva rilevato in percentuali ben più elevate delle massime consentite dall’Unione Europea, con metalli pesanti cancerogeni presenti, si siano ridotte e vorremmo dati probanti. Ma di certo non possiamo dirci soddisfatti degli studi generosamente commissionati dall’ARPA che dovrebbero rassicurarci sulla bontà di quelle nubi acri o, se si preferisce, sulla non nocività delle stesse. Avanziamo peraltro fortissimi dubbi su quell’affermazione. In questa strana primavera del 2012 in molti a Terni vogliono sperare che da questa coincidente fase di rinnovamento e rilancio di queste due realtà cittadine possa derivare un approccio coraggioso e corretto a quei problemi di cui la nuova proprietà finlandese non può non farsi carico. Per conto nostro invitiamo caldamente i responsabili di Inoxum e di ARPA a mettere in agenda i due problemi, forse fin qui sottovalutati, per dare loro definitiva soluzione. Il direttore ARPA di Terni, Ing. Adriano Rossi, avanza per la discarica un’ipotesi di riutilizzo industriale di quella montagna di scorie. Occorre però che, oltre a materia da convegni, diventi se possibile una ipotesi su cui tutti debbono lavorare con convinzione, sollecitando l’attuale Governo che sta dimostrando pragmatismo e determinazione, anche ad eventuali variazioni normative. Quanto alle emissioni in atmosfera nessuno pensi di passare la cosa in cavalleria perché moltissime famiglie sono decise a far valere in ogni sede i propri più elementari diritti, a cominciare da quello sacrosanto alla salute ed ad una qualità della vita minimamente decente. Lanciamo un appello a chi di dovere perché questo nuovo corso in entrambe le aziende possa portare a rivedere talune resistenze o leggerezze del passato, inserendo nei programmi di sviluppo anche la soluzione dei problemi accennati.