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Allo Zut torna il teatro

Un bel regalo di Natale per gli spettatori della rassegna di teatro contemporaneo “Re: act” ideata dall’associazione Zoe Teatro presso lo Spazio Zut di Foligno. Suggestivo infatti il fuori programma della stagione che andrà in scena lunedì 28 dicembre alle 21.15 con lo spettacolo “Fare un fuoco” della compagnia Muta Imago.

Muta Imago è un progetto di ricerca artistica e una compagnia teatrale nata a Roma nel 2006 e oggi con base a Roma e a Bruxelles. È guidata da Claudia Sorace (regista) e Riccardo Fazi (drammaturgo/sound designer) ed è alla continua ricerca di forme e storie che mettano in relazione la sfera dell’immaginazione con quella della realtà presente: umana, sociale e politica.

Dopo aver portato in scena “A+B (3)” durante la stagione dello scorso anno, Muta Imago torna allo Zut di Foligno con questo racconto per suono e immagini.

La regia è della Sorace, mentre drammaturgia e voce narrante sono di Fazi, con musiche originali di V. L. Wildpanner e video di Maria Elena Fusacchia. La produzione è di Muta Imago con il sostegno del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – direzione generale spettacolo.

Questa la trama del racconto di Jack London. Il luogo è uno dei più freddi sulla faccia della terra. Un uomo solo, accompagnato dal suo cane, attraversa una valle interamente coperta di neve, seguendo le tracce di un torrente ghiacciato. Deve raggiungere il campo base, e i suoi amici, entro sera. La temperatura è bassissima, sessanta gradi sotto lo zero. L’uomo mette un piede in fallo, rompe il sottile strato di ghiaccio su cui stava camminando e si bagna i piedi. Per sopravvivere deve preparare un fuoco, e farlo in fretta.

La trama di fatto si esaurisce qui. Non ci sono altri personaggi, oltre al misterioso protagonista, non ci sono cambi di luogo o di tempo, non ci sono prologhi né epiloghi. C’è solo la grandiosa fissità di una natura ostile, selvaggia. C’è solo il movimento continuo del protagonista. C’è solo un cielo grigio, senza sole, le cime degli alberi coperti di neve, lo scricchiolio del ghiaccio sotto ai piedi. C’è solo il freddo e il silenzio, c’è un solo pensiero: sopravvivere.

La trama di preparare un fuoco è come la punta di un iceberg. Mettendo in scena il confronto tra l’uomo e la natura, tra l’istinto e la ragione, lo scrittore americano attiva una riflessione potente e profonda sul rapporto che l’uomo instaura con se stesso e con i propri limiti, sulla spinta folle che ci muove, sul fuoco che brucia dentro di noi e sugli sforzi che bisogna compiere perché possa rimanere acceso.

Ispirata a questo racconto i Muta Imago hanno deciso di costruire un’installazione video-sonora. Gli spettatori per quaranta minuti potranno farsi trasportare lontano attraverso le immagini video, i suoni e le parole del testo, che verrà restituito nella sua interezza. Ma non si tratterà semplicemente di restituire in immagini e suoni dei diversi momenti del testo, piuttosto di tradurre nel linguaggio sonoro, video e musicale le tensioni che abitano il racconto, il suo andamento ritmico, il suo movimento, così da riuscire ad attivare nello spettatore le stesse sensazioni del protagonista del racconto.

Questo evento esterno alla rassegna “Re: act” per gli abbonati all’intera stagione, composta da 8 spettacoli, è ad ingresso gratuito.

Legare la contemporaneità a spettacoli, residenze e workshop, tutti volti alle arti performative, per puntare ad un teatro giovane, fresco e dalla scrittura particolare. Sono queste le linee guida di “Re: act” di Zoe e Zut, rassegna teatrale giunta quest’anno alla sua seconda edizione che andrà poi avanti fino al 16 aprile 2016.

Una rassegna che rientra nel progetto più ampio di residenza “Foligno InContemporanea” come progetto vincitore del bando regionale sulle residenze artistiche sostenuto dalla Regione Umbria e dal Ministero per le Attività Culturali.

“Re: act” si arricchisce inoltre, anche quest’anno, del contributo del Comune di Foligno e della collaborazione del Teatro Stabile dell’Umbria.

Allo Zut di Foligno sono quindi di casa per alcuni mesi nuovi linguaggi, nuove tecnologie, nuove modalità di indagine e di utilizzo dello spazio scenico e del rapporto fra attore e spettatore.