Si allentano i paletti sulla cosiddetta “movida” in centro e a Fontivegge messi dal Comune con con l’ordinanza n. 641/20 dopo gli assembramenti (sfociati anche in una rissa che ha fatto il giro dei Tg e della stampa nazionale) di venerdì scorso. Con la nuova ordinanza (emessa mercoledì sera) che allunga dalle 21 alle 24 l’orario limite di chiusura dei locali nei fine settimana. (aggiornamento ore 21 del 27 maggio).
Dopo il punto fatto in Prefettura lunedì (presente anche il presidente di Confcommercio Giorgio Mencaroni) oggi le parti sono tornate ad incontrarsi alle ore 16 per definire i nuovi criteri per garantire le regole anti Coronavirus senza penalizzare i locali.
Si è tenuta poi come previsto la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza, coordinato dal prefetto, Claudio Sgaraglia, con la partecipazione, oltre che dei vertici provinciali delle Forze di Polizia, anche dell’Assessore alla Protezione Civile della Regione Umbria, Enrico Melasecche Germini, del Sindaco di Perugia, Andrea Romizi, del Presidente della Camera di Commercio e di Confcommercio, Giorgio Mencaroni, della Comandante della Polizia Municipale, Nicoletta Caponi, nonché della rappresentante della Provincia di Perugia.
In occasione delle prossime serate del fine settimana e di quelle del 2 giugno, sono state pianificate e coordinate tutte le misure opportune per assicurarne il pacifico e ordinato svolgimento, disponendo un rafforzamento dei presidi delle Forze di Polizia statuali e delle Polizie Municipali, nonché delle altre componenti coinvolte.
È stata, altresì, disposta l’intensificazione dei servizi di Polizia Stradale, in considerazione del possibile incremento del traffico, per vigilare attentamente sul rispetto delle norme del Codice della Strada, soprattutto in relazione al consumo di sostanze alcoliche.
Particolare attenzione sarà prestata, nell’ambito dei servizi di vigilanza e controllo del territorio, nei confronti degli esercenti che non rispetteranno le corrette modalità di erogazione dei servizi di somministrazione, che saranno immediatamente sanzionati.
In tale ottica è stato rivolto un invito alle Associazioni di categoria alla sensibilizzazione dei gestori dei locali pubblici affinché richiamino l’attenzione degli avventori sul corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuali e sulla pratica costante del distanziamento sociale, collaborando – in tal modo – con i vari attori del sistema sicurezza, verificando l’osservanza dei prescritti comportamenti anche all’esterno dei propri locali, per evitare ogni forma di assembramento.
Il prefetto ha colto, quindi, l’occasione per ringraziare il presidente della Camera di Commercio e di Confcommercio, Giorgio Mencaroni, per l’impegno in tal senso assicurato.
In tale prospettiva, inoltre, saranno ulteriormente sensibilizzati i sindaci dei Comuni della Provincia al fine di assumere tutte le iniziative e le misure di competenza, necessarie per assicurare il contemperamento della salvaguardia della salute e della sicurezza urbana.
Il prefetto ha richiamato, in particolare, l’attenzione dei giovani, già sensibilizzati anche dalle Università, a continuare a tenere quei comportamenti esemplari e responsabili, manifestati durante il periodo di lockdown, contemperando le esigenze di socialità con quelle connesse alla tutela della salute pubblica.
Il rispetto delle regole da parte di tutti i cittadini consentirà, infatti, di poter svolgere, in sicurezza, i momenti di interazione sociale e di assicurare la continuità delle attività dei pubblici esercizi.
L’ordinanza 641 stabilisce la chiusura dalle ore 21.00 fino alle ore 06.00 del giorno successivo delle attività artigianali, delle attività commerciali in sede fissa e su aree pubbliche, delle attività di vendita a mezzo distributori automatici, nonché dei pubblici esercizi, operanti nella zona del centro storico e di Fontivegge.
Vale (salvo appunto le modifiche al vaglio) giornate di venerdì, sabato e domenica, nonché nei giorni festivi e prefestivi. Provvedimento restrittivo che sarà in vigore fino al 7 giugno.
I pubblici esercizi di ristorazione per i quali non vige il limite orario sono comunque obbligati a osservare rigorosamente l’obbligo di servizio al tavolo onde assicurare il dovuto distanziamento tra utenti. Vietata la vendita per asporto da parte delle medesime attività sopra individuate, mentre è fatta salva la vendita con consegna a domicilio.
Negli stessi orari (dalle 21.00 – alle 06.00), è vietata anche la vendita e il consumo di bevande alcoliche e superalcoliche, nonché l’utilizzo di contenitori in vetro ed alluminio, nelle aree pubbliche o aperte al pubblico, dalla data odierna e per tutte le successive giornate di venerdì, sabato e domenica, nonché nei giorni festivi e prefestivi delle prossime settimane, fino al 7 giugno 2020.
Infine, vige l’obbligo dell’utilizzo di sistemi di protezione previsti dall’art. 3 comma 2- 3 -4 del D.P.C.M. del 17.05.2020, in tutti i casi di stazionamento dei fruitori delle vie e delle aree del centro storico e Fontivegge dalle ore 17.00 alle ore 06.00 del giorno successivo, fermo restando il divieto di assembramento.
L’ordinanza riguarda alcune vie del centro storico ed altre della zona di Fontivegge (il dettaglio).
Le nuove regole entreranno in vigore già dal prossimo fine settimana. Saranno aumentati i controlli, così da limitare l’attività di vigilanza in capo ai gestori dei locali. Attribuita loro anche dalle norme nazionali. Cosa, questa, che viene contestata dai gestori di bar, ristoranti ed altri locali, già provati economicamente dal lungo stop imposto dal lockdown e da una serie di costi aggiuntivi a seguito delle misure anti contagio.
Tra l’altro, in questa direzione vanno anche le numerose critiche alle Istituzioni per la mancata scelta di controlli preventivi, visto che presumibilmente molti ragazzi, nel primo fine settimana della Fase 2, avrebbero raggiunto i tradizionali luoghi di ritrovo.
Resterà, probabilmente, l’obbligo della mascherina da indossare già dal pomeriggio.
Sarà rivista, come chiedono i commercianti, il limite orario, con la chiusura attualmente fissata alle 21.
“Educare, non reprimere“. E soprattutto, “non incolpare gli studenti” la presa di posizione di Altrascuola – Rete degli Studenti Medi Perugia, Sinistra Universitaria – Udu Perugia e Circolo Arci “Il Porco Rosso”. Che pur condannando i comportamenti irresponsabili di venerdì, condannano anche “la mancanza di una strategia preventiva” da parte della Giunta comunale: “Nessuno sforzo è stato fatto per sensibilizzare giovani ed esercenti sulle corrette condotte da adottare nel primo fine settimana di riapertura, non si è provato ad informare la cittadinanza su quali sarebbero dovute essere le misure di sicurezza individuali da adottare. I controlli diffusi, mirati a impedire preventivamente il verificarsi di situazioni a rischio sono stati quasi completamente interrotti dal 18 maggio in poi –
dichiara Eugenio Ranfa, coordinatore di Altrascuola – Rete degli Studenti Perugia – è mancata informazione e controllo, non si è nemmeno provato a educare le ragazze e i ragazzi del territorio: questo è essenziale se si fa affidamento sulla responsabilità individuale. Dopo due mesi di lock-down totale la situazione era una bomba pronta a esplodere e ciò che è successo sabato si poteva prevedere e prevenire”.
“Come associazioni studentesche e giovanili – assicura Angela De Nicola, coordinatrice di Udu Perugia – lanceremo una campagna di sensibilizzazione alla socialità responsabile, per fare in modo che i nostri coetanei evitino comportamenti dannosi per sé stessi e per gli altri, ma questo avrebbero dovuto da tempo farlo le istituzioni cittadine”.
Conclude Massimiliano Rrapaj, presidente del Circolo Arci “Il Porco Rosso”: “Chiudere i locali dopo due mesi di lock-down generale è controproducente per gli esercenti e per la comunità cittadina tutta che meritava un ritorno alla normalità gestito nel migliore dei modi: anche in questo caso la toppa è peggiore del buco. Abbiamo bisogno di spazi che facciano vivere questa città ed educhino i suoi giovani a convivere responsabilmente”.