don Gianfranco Formenton (*)
Cara mamma, qua, a Santo Chiodo stiamo tutti bene! Ora hanno fatto un convegno, quelli dell’AVIS (perché l’assemblea fatta anni fa dalla Casti Group non era bastata) e hanno chiamato tutti: il Sindaco, l’ARPA, l’ASL, la Provincia di Perugia… Hanno dato anche un tocco di qualità invitando un “luminare”, certo Romano Spica, esperto di oncologia e sono arrivati tutti anche un politico neo-convertito alla causa della salute pubblica che anni fa non poteva parlare perché faceva il sindacalista nella CISL ma che adesso ha promosso una sottoscrizione che ha raccolto 500, forse 1000 firme (non ha potuto essere più preciso) che chiedono un altro monitoraggio (quello del 2003-2004, evidentemente non basta) e che si rivolgerà alla Procura della Repubblica di Perugia (di Perugia, ha sottolineato, e non si capisce la sottolineatura!). Mah. Staremo a vedere!
Micheli (Agenzia Regionale per l’Ambiente) ha detto che il tasso di inquinamento è sotto i limiti stabiliti dalla legge (ci sono tre centraline a confermarlo).
Spica ci ha intrattenuto con una interessante dissertazione sulle cause del cancro concludendo che, siccome facciamo parte della civiltà occidentale, dobbiamo arrenderci al fatto che il cancro fa parte di questo sistema e che nessuno si deve scandalizzare se i nostri parenti non muoiono più di colera o di tubercolosi. Interessante sapere anche che ci sono cause genetiche e cause ambientali e comportamentali (fumare, ad esempio, fa male!). Come ricordare ai bambini africani che “non di solo pane vive l’uomo!”.
Sapori ci ha spiegato che Spoleto è nella media nazionale per morti per cancro e che, quindi, non c’è nessuna emergenza particolare. Tutto rientra nella norma.
Segoni (ARPA) ha invitato a non infierire sui controllori che tengono il territorio sotto costante monitoraggio.
Palmieri, coautore del Biomonitoraggio ambientale, commissionato dalla Provincia di Perugia, coadiuvato dall’Università di Bologna (di cui finalmente, dal 2004, abbiamo avuto notizia pubblica) ha tentato di ipotizzare che i valori di inquinamento nella zona S.Chiodo, S.Angelo, S.Martino non sono propriamente nella norma e ha finalmente sottolineato da differenza tra il monitoraggio dell’ARPA e il monitoraggio fatto con le api (quello che non è stato detto, comunque, è che le api vanno da un fiore dall’altro senza preoccuparsi delle conseguenze politiche del loro lavoro!)
Il Sindaco ha concluso che, quindi, non c’è nessuna emergenza. Un quotidiano oggi ha fatto esporre le locandine nelle edicole: “Leucemia a Santo Chiodo, paura senza cifre”!
Cara mamma, qua, la puzza immonda di stirene ecc… la chiamano “disagio olfattivo”; i morti non sono neanche più cifre; l’inquinamento acustico è il prezzo da pagare… Insomma, sono tutti “effetti collaterali”, come i civili che muoiono sotto i bombardamenti. Sembrano il prezzo necessario da pagare alla sicurezza sociale.
Cara mamma, con tutte queste rassicurazioni, ci si sente quasi fuori posto ad insistere che le cifre ci sono e sono scritte nel “libro dei morti” (che è un “dato scientifico” incontrovertibile) e dove, oltre a registrare se sono morti “muniti dei conforti religiosi” (cosa che, sembra, non preoccupi più nessuno) mi sono preso la briga di registrare “perché” sono morti.
Per correttezza è giusto dire che non tutti i malati conclamati muoiono. “Uno su mille ce la fa!”. E siamo contenti.
In questa conta ho notato che non è scientificamente corretto parlare di “norma” quando in una sola via di Santo Chiodo ci sono cinque casi di leucemia distanti uno dall’altro cento passi; otto casi di alzheimer ogni cento passi e se Grifoni, Spica o Sapori (o Segoni, o Micheli, o il Sindaco…) volessero fare con me (con la riservatezza necessaria) una “passeggiata oncologica” a Santo Chiodo potrei indicare con esattezza nome, cognome e numero civico e fargli comprendere la differenza che passa tra “parlare di leucemia” e “avere la leucemia”, “parlare di alzheimer” e “avere l’alzheimer” e di come alla gente non gliene frega niente della “norma statistica” e di come, da anni, ci interessa di sapere non se i casi di leucemia o di alzheimer a Spoleto siano nella norma nazionale ma perché in cinquecento metri di strada siano concentrati tanti ammalati che sommati agli altri trentamila abitanti della città “fanno la norma” ma che qui, guardando fuori dalla finestra e notando che è toccato anche al tuo vicino di casa ti fa venire qualche interrogativo. E se a questi aggiungiamo tutti gli altri morti di cancro per le stesse patologie, negli stessi palazzi, nelle stesse strade… il conto si allunga. Vogliamo parlare di cifre? Vogliamo ancora parlare di “cause genetiche” e di “cause ambientali e comportamentali”? Vogliamo ancora dire a gente che ha pascolato le pecore fino a ieri che si è ammalata di leucemia perché fumava quando l’unica cosa che ha respirato in vita sua è l’aria di Santo Chiodo?
E’ l’antica proposta del dott. Antonello Briguori (e, pazienza, è un comunista!) ai medici di famiglia fatta alla famosa assemblea “pilotata” della Casti Group del 2005, che fu irrisa da tutti, compresi i sindacalisti della CGIL-CISL-UIL che erano unicamente preoccupati di indicare i “nemici” dell’occupazione a Santo Chiodo (perché anche i “neo-convertiti” erano tra quelli che giungevano alla scontata conclusione: “ma allora volete fare chiudere la ‘Pozzi’!”).
Cara mamma, dopo il convegno di ieri si deve per forza concludere che, se tutto è “nella norma”, se il cancro e l’alzheimer sono dovuti a “concause” genetiche, ambientali e comportamentali la colpa è solo nostra che ci fumiamo qualche sigaretta e ci ostiniamo ad abitare in posti pericolosi come questa “valle di lacrime”. Ma ci piacerebbe di essere “gementi e piangenti” solo per le cose che ci sono imputabili personalmente e non per le furberie dei “padroni delle ferriere” (godenti e sorridenti) che non vengono neanche più nominati nei convegni ufficiali.
Sì, forse la colpa è solo nostra che siamo cattivi e Dio ci punisce. Ma facendo il conto dei morti e degli ammalati ho notato che, a parte i peccati normali, non ci sono colpe particolari (che c’entra? Qualcuno è di destra, qualcuno di sinistra) che possano giustificare questo accanimento di Dio verso questa “terra di mezzo” che è Santo Chiodo, quindi Dio non c’entra.
In fin dei conti le uniche cose sensate dette al convegno dell’AVIS sono state quelle della prof. Pastorelli che abita nei pressi di una nota industria sita in Santo Chiodo e che subisce (come tutti) le conseguenze del “disagio olfattivo” e che può (oltre che invocare il “diritto alla salute sancito dalla Costituzione Italiana) contare tutti i morti per cancro (che rientrano nella media cittadina) a destra e a sinistra della sua casa. Cara mamma, non vogliamo fare allarmismo. Qua, a Santo Chiodo stiamo ancora tutti bene! Io, speriamo che me la cavo!
(*) Parroco di S.Angelo in Mercole
Pubblicato il 17.11.2008 alle 15.57