Il nuovo contratto dei lavoratori delle cooperative sociali, in vigore dal 1 febbraio, ha migliorato le retribuzioni dei lavoratori del settore, facendo recuperare il potere di acquisto ai lavoratori e qualificando il lavoro. Adesso però, come annunciato lo scorso 16 febbraio dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni cooperative, senza un tempestivo adeguamento dei contratti in essere con le amministrazioni pubbliche e senza la revisione delle rette dei servizi accreditati, le cooperative della regione andranno in seria difficoltà.
“In Umbria – affermano organizzazioni sindacali e centrali cooperative – le cooperative sociali sono integrate nelle politiche di welfare ed erogano importanti servizi pubblici come la ristorazione scolastica, ed hanno il 90% dei ricavi proveniente da Comuni e USL. Per questo motivo per coprire i maggiori costi legati al rinnovo del contratto di lavoro serve un tempestivo adeguamento delle tariffe dei servizi socio sanitari accreditati da parte della Regione Umbria e dei contratti in essere tra amministrazioni pubbliche e cooperative. Senza queste non ci sarà più sostenibilità economica”.
La crisi, continuano le organizzazioni sindacali e le associazioni cooperative, potrebbe far venir meno le risorse necessarie per garantire i livelli di sicurezza dei lavoratori e dei destinatari degli interventi; potrebbe generare un decadimento della qualità dei servizi offerti ai cittadini e mettere a rischio la continuità degli stessi e la tenuta dei livelli occupazionali.
“Dopo il rinnovo – affermano Roberta Veltrini Presidente di Federsolidarietà, Andrea Bernardoni, Presidente di Legacoopsociali e Gianfranco Piombaroli, presidente di AGCI Imprese Sociali – abbiamo avviato un confronto con la Regione per la revisione delle rette che speriamo si concluda al più presto ed abbiamo scritto alle USL e a tutti i Comuni chiedendo di adeguare tempestivamente i contratti. Con spirito collaborativo abbiamo indicato lo strumento giuridico per l’adeguamento ed abbiamo dato la nostra massima disponibilità ad incontrare gli enti. Oggi con trasparenza vogliamo rendicontare alla comunità regionale che USL hanno ignorato la nostra comunicazione. Delle 12 zone sociali dell’Umbria ad oggi solamente 2 – quella di Orvieto e di Narni che ringraziamo – hanno parzialmente adeguato i contratti con le cooperative sociali”.
“Per questa ragione – continuano i rappresentanti della cooperazione – facciamo un appello ai Sindaci, ai segretari comunali ed ai Direttori generali ed amministrativi delle USL affinché nei prossimi giorni adeguino i contratti in modo da garantire ai cittadini la qualità e la sicurezza dei servizi erogati e la continuità degli stessi”.
“Insieme alla cooperazione – rimarcano Fp Cgil Michele Agnani e Andrea Corritore; Fisascat Cisl Valerio Natili; per FpCisl Margherita Tondini; per UilFpl Monica Di Angelo; per Uiltucs Nicola Cassieri – come comitato misto paritetico abbiamo chiesto un incontro alla Presidente Tesei che però non ci ha ancora risposto ed abbiamo proposto ad ANCI Umbria di sottoscrivere un protocollo di intesa a tutela dei lavoratori del welfare. Anche ANCI dopo un mese non ci ha risposto. I diritti e le tutele dei lavoratori per noi non sono negoziabili, così come non è negoziabile l’applicazione del contratto, per questa ragione se le nostre richieste non verranno accolte dalla Regione, dalle USL e dai Comuni inizieremo un percorso di mobilitazione e di lotta in tutta il territorio regionale nell’interesse dei lavoratori sociali e nell’interesse dei cittadini, perché solo assicurando la giusta retribuzione a chi si prende cura dei nostri anziani o dei nostri bambini sarà possibile garantire servizi di qualità”.
In un quadro difficile sindacati e cooperazione sono comunque fiduciosi. “Le scorse settimane il Consiglio Regionale ha approvato all’unanimità la legge sulla qualità del lavoro e dei servizi alla persona, un atto importante che vuole qualificare il nostro welfare. Crediamo che Regione e Comuni, indipendentemente dal colore politico, nei prossimi giorni lavoreranno per adeguare le rette dei servizi accreditati ed i contratti con le cooperative”.
In Umbria nelle 280 cooperative sociali attive, lavorano nelle 9.500 persone, in larga parte soci delle cooperative sociali, di cui l’80% rappresentato da donne.
Nelle cooperative sociali impegnate nell’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate sono occupate 1000 persone con disabilità e svantaggiate.
Le cooperative sociali sono impegnate nel welfare e nella produzione di altri servizi pubblici ed erogano servizi a 80 mila cittadini dell’Umbria; operano in settori ad alta intensità di lavoro dove il costo del lavoro può rappresentare anche il 90% dei costi di produzione dei servizi.
Il nuovo contratto genera un significativo incremento del costo del lavoro e ha un importante impatto sui bilanci delle cooperative. Dal mese di febbraio il costo del lavoro cresce di oltre il 5%, a regime aumenterà di oltre 15 punti percentuali. Questo significa che le cooperative sociali dell’Umbria registreranno un incremento dei costi nel solo 2024 di 10 milioni di euro che a regime, a fine 2025, salirà a 25 milioni di euro.
Per queste ragioni, senza una tempestiva revisione dei contratti che le cooperative sociali hanno con le amministrazioni pubbliche nel mese di aprile il settore andrà in crisi.
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