“Il 15 di ottobre molti terremotati si troveranno nella condizione di dover iniziare la restituzione della cosiddetta busta paga pesante con la follia di dover versare le 5 rate sospese da giugno ad ottobre in un’unica soluzione”.
Così la nota stampa del 2 ottobre del Coordinamento Comitati terremoto Centro Italia.
A maggio le forze politiche che sostenevano il precedente Governo hanno generato questo pasticcio nel provvedimento chiamato Sblocca Cantieri. Contestualmente il Presidente Conte si era impegnato nell’incontro con i comitati a Norcia a discutere una decurtazione della restituzione dell’ordine del 40%.
“Busta paga pesante” significa aver usufruito di 12 mesi di sospensione Irpef e contributi previdenziali da restituire successivamente. La ratio della sospensione era consentire di posticipare il pagamento delle tasse alla ripresa del tessuto economico delle zone colpite dal sisma spalmandolo con una rateizzazione decennale.
E’ decisamente evidente che nel cratere non vi è né ricostruzione né ripresa economica.
“Il Coordinamento dei Comitati Terremoto Centro Italia, viste le tante difficoltà che nel vissuto quotidiano ci troviamo a dover affrontare dopo tre anni dal sisma, richiede al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte un tavolo risolutivo sulla problematica della restituzione della busta paga pesante e confidando che sia l’ ultima volta che le scadenze e il tema vengano trattati sempre in urgenza a ridosso dei termini auspichiamo di poter affrontare anche la problematica relativa alla “restituzione dei versamenti per la moratoria sisma”.
Abbiamo interloquito con i più illustri Commercialisti locali in merito ai vari aspetti tecnici della questione. Abbiamo seguito con interesse le dichiarazioni delle parti sociali sullo stesso tema sia i sindacati CGIL CISL E UIL nazionali che territoriali. Sperando che la somma delle voci porti ad una risoluzione rapida e certa della questione. Vivere di proroghe in costante incertezza normativa è un danno morale pesante da sopportare quanto quello materiale ed economico.
Si chiede di:
– Eliminare la follia del versamento in unica rata dei mesi giugno-ottobre;
– Fissare un inizio della restituzione ancorandolo a precisi parametri di ripresa economica;
– Mantenere l’impegno ad una decurtazione delle somme da restituire in analogia con quanto avvenuto in occasione di altri terremoti. Non è questa la sede per ribadire l’insieme delle proposte che articoliamo ormai da oltre 2 anni essendo scesi in piazza più e più volte manifestando la nostra rabbia.
Pensiamo però che solo provvedimenti strutturali importanti e duraturi possano essere efficaci. Abbiamo perciò già sottoposto al Governo precise richieste in merito alla creazione di una vera Zona franca che utilizzi lo strumento fiscale per il rilancio
dell’economia e che contemporaneamente si attivi uno strumento di sostegno al reddito che abbiamo chiamato Reddito di cratere. Evitare lo spopolamento e la morte dei nostri territori si può”.
Foto repertorio, protesta del 18 maggio u.s.