“Presenti solventi clorurati, prevalentemente tetracloroetilene”, ecco le zone più contaminate di Gubbio per Arpa | Gruppo Misto annuncia interrogazione
Non solo Css o discarica. A Gubbio spunta ora la presunta contaminazione da solventi clorurati nelle acque sotterranee.
“Problema mai affrontato”
A richiamare l’attenzione sul problema, tramite un’interrogazione rivolta a sindaco e assessore all’Ambiente, è il consigliere del Gruppo Misto Giorgia Vergari, che sottolinea come già durante l’audizione dell’ecodistretto del 13 gennaio scorso, la dott.ssa Sara Passeri di Arpa Umbria aveva evidenziato “il problema di una grave contaminazione nelle acque sotterranee. Problema mai affrontato nonostante svariati controlli e che rende l’acqua sotterranea attualmente non fruibile, pregiudicandone l’utilizzo anche alle future generazioni”.
“Prevale il tetracloroetilene”
Anche il dott. Luca Peruzzi, responsabile del risanamento ambientale e inquinamento diffuso di Arpa Umbria, ha approfondito una relazione, effettuata per la Commissione Ambiente del 19 febbraio, sottolineando come nell’ultima decade ci sia stata “prevalentemente una contaminazione da tetracloroetilene”.
Il tetracloroetilene a temperatura ambiente si presenta come liquido incolore dall’odore di cloro, più denso dell’acqua e viene usato in vari settori produttivi (nelle lavanderie a secco come solvente per lo sgrassaggio dei metalli, nell’industria chimica, farmaceutica, e per uso domestico).
È un composto pericoloso per l’ambiente e tossico per gli organismi acquatici (scarsamente biodegradabile). Il tetracloroetilene è stato classificato come “possibile cancerogeno” dall’International Agency for Research on Cancer (IARC). In Italia, la legge considera i rifiuti contenenti tetracloroetilene come “rifiuti pericolosi”, da non smaltire in fognatura.
Le zone più contaminate secondo Arpa
Secondo quanto riferito da Peruzzi di sorgenti di contaminazione, a Gubbio, ce ne sono cinque: si tratta dei nuclei di Ferratelle, Bagianello, Zappacenere (i tre a maggiore diffusione), Ciliegi e Padule. “Fortunatamente – ha aggiunto – l’area di diffusione della contaminazione defluisce verso sud e non verso ovest, dove si trova il bacino dei pozzi pubblici. Altrimenti sarebbe stato compromesso il già precario equilibrio idrico del sistema eugubino”.
L’interrogazione di Vergari
“L’obiettivo dell’ecodistretto è quello di mettere insieme un accurato monitoraggio non solo della qualità dell’aria, ma anche di acqua e suolo – aggiunge Vergari nella sua interrogazione – Quali azioni intendono intraprendere sindaco e assessore per affrontare questo grave problema relativo all’acqua che nuoce alla salute e al benessere dei cittadini e rischia di pregiudicarne anche l’utilizzo alle generazioni future?”.