Anche la sezione di Foligno dell'Archivio di Stato (Palazzo Deli, via del Quattrocento) partecipa con una propria interessante iniziativa agli appuntamenti collaterali alla Giostra della Quintana. Un'iniziativa peraltro straordinaria perché consentirà – oggi e domani – di ammirare i documenti originali che attestano l'esistenza di giostre e tornei a Foligno a partire dal 1419, dunque ben prima del fatidico anno 1613 a cui si rifà la tenzone descritta da Ettore Tesorieri.
“Per alegreza et festa della citpà” è il titolo dato alla mostra che, come tutte le manifestazioni che l'Archivio propone, ha lo scopo di far conoscere la documentazione che si conserva nei depositi, poiché essa, pur avendo i suoi cultori, sfugge alla percezione del grande pubblico.Pertanto si è colta l'occasione della Giostra della Quintana per stimolare l'interesse verso i documenti che testimoniano non solo tale evento ma anche altre giostre, giochi e spettacoli che solevano svolgersi a Foligno: lo spettacolo della pacca, il palio rosato, il tiro alla balestra, la corsa delle meretrici, la giostra del bove, la corsa degli asini e quella delle papere….La maggior parte di tali manifestazioni erano legate alla festività di San Feliciano, in particolar modo nei secoli XV e XVI, ma la Giostra della Quintana, tanto amata dai folignati di tutti i tempi, gradualmente diventò l'attività ludica più importante del Carnevale cittadino. E' noto come l'edizione del 1946 si sia ispirata ad una giostra svoltasi a Foligno nel 1613 e descritta dal cancelliere comunale Ettore Tesorieri, ma quel che con questa mostra si vuol far notare è che tale evento ha fatto parte per secoli della storia di Foligno, fin dal Medioevo.Le fonti documentarie esposte sono la nostra memoria, un pezzetto di storia importante della città di Foligno, avvicinarsi a queste carte, leggerle, ci aiuterà a recuperare le nostre radici, la nostra identità cittadina, è come “ascoltare” la voce degli antenati che ci farà rivivere l'atmosfera e le emozioni del tempo: le grida della gente in platea magna, gli incitamenti per i cavalli preferiti, il senso civico del priore novello che aveva preferito annullare la giostra, stante la gran penuria et carestia tanto spaventevole, per devolvere il monte premi destinato ai vincitori in pane da distribuire ai bisognosi, la preoccupazione degli amministratori del tempo che, ad evitandas lites, proponevano via via le soluzioni ritenute più appropriate, sempre però preoccupandosi di metter pace et non guerra et perché le cose vadino quietamente, provvedendo cioè affinché tali manifestazioni fossero occasione di comunione e di armonia: insegnamento sempre valido, anche per i “quintanari” di odi; non a caso il bando del 1946 afferma che la concordia e l'amor de la cittade tutta son pur vittoria e bella e grande!