Le motivazioni della sentenza di condanna di Katalin Bradacs, che ha ammazzato a coltellate il figlio di 2 anni
“Una violenza inaudita, una serie di coltellate portate in rapida successione”. Ci sono poi passi particolarmente forti nella ricostruzione con cui la Corte di Assise di Perugia ha motivato la sentenza di condanna nei confronti dell’ungherese Erzsebet Katalin Bradacs, che nell’ottobre del 2021 uccise il figlio Alex, di appena due anni, a Po’ Bandino, frazione di Città della Pieve. La donna era entrata in un supermercato con il piccolo ormai senza vita e con i vestiti intrisi di sangue, inscenando un’aggressione. Poi, la terribile verità.
La donna – un passato in Italia da ballerina di night, poi un matrimonio, prima di tornare in Ungheria per tentare la carriera di pornostar – è stata condannata a 20 anni di reclusione, al termine dei quali dovrà trascorrere tre anni in una casa di cura.
L’arma del delitto un coltello da bistecca prelevato dalla casa di un amico, a Chiusi, dove la donna era arrivata con il figlioletto per evitare che le venisse tolto e affidato al padre, come avevano deciso le autorità ungheresi. Norbert aveva ricevuto a Budapest la foto del piccolo insanguinato, ormai senza vita, inviato col cellulare da Katalin. Il padre di Alex è poi giunto a Perugia per collaborare alle indagini e chiedere giustizia per il suo bambino.