Perugia

Albo d’oro, ecco perché i franchi tiratori aggiustano la mira

Da quando in Italia il sindaco viene eletto direttamente dai cittadini, l’unico momento in cui il Consiglio comunale può fare la voce grossa è quando ci sono da approvare i bilanci dell’ente. A Perugia, invece, per il secondo anno consecutivo la Giunta rischia di venir giù al momento di decidere personalità e associazioni che hanno dato lustro alla città ed alle quali, conseguentemente, conferire la massima onoreficenza cittadina, con l’iscrizione nell’Albo d’oro.

Possibile che la posta in gioco sia così alta da rischiare di tornare tutti a casa? Sia il primo storico sindaco di centrodestra, sia i consiglieri che lo sostengono. Perché allo scherzetto dei dissidenti di maggioranza, che nel segreto dell’urna avevano bocciato, facendo mancare i voti necessari, l’iscrizione nell’Albo d’oro della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli (che ha reso possibile il restauro dell’Arco Etrusco e finanziato quello del Teatro Morlacchi) e l’Aucc (l’Associazione umbra per la lotta contro il cancro), è seguito, il giorno successivo, il controscherzo del sindaco Romizi, che ha minacciato le dimissioni in caso di nuovo stop. Tanto è bastato per indurre i franchi tiratori a prendere meglio la mira, questa volta. E così il 20 giugno, insieme al patron Sirci della Sir del triplete nel volley ed all’atleta Luca Panichi, riceveranno l’onoreficenza Cucinelli e l’avvocato Caforio (presidente dell’Aucc).


Albo d’oro, anche la Fondazione Cucinelli e l’Aucc passano | Camicia contro il sindaco Romizi


Il neo socialista Camicia ha puntato l’indice contro il Pd, che poteva affondare Romizi, ed i 5 stelle, cauti perché farebbero il filo al primo cittadino sperando in future alleanze in vista del 2019. Certo, fare lo sgambetto a Romizi rifilando un calcio a Cucinelli, l’imprenditore cui Renzi si ispira di più, avrebbe finito per creare più problemi che altro, al loro interno, ai dem. Che di problemucci anche a Perugia, dopo la doppia disfatta nei collegi uninominali di Camera e Senato alle politiche del 4 marzo e il sasso recentemente lanciato nello stagno dall’ex assessore Cernicchi con l’invocazione delle primarie, ne hanno diversi. E poi, in caso di una rapida chiamata alle urne, come scegliere, nella situazione in cui versa il partito, il candidato a cui affidare il compito di riprendersi il candidato?

D’altra parte al pianto ateniese della sinistra non possono accompagnarsi le risa della destrorsa Sparta, dove Romizi continua a guidare un’armata brancaleone. Che la sua coalizione fosse eterogenea lo si sapeva già al momento dei ballottaggi; magari ci si aspettava che con l’avvicinarsi del nuovo appuntamento elettorale si iniziasse a serrare le fila. E invece, complice proprio il successo alle politiche, con la bilancia che pende pesantemente verso la Lega (che pure non ha chiesto poltrone dopo il 4 marzo) gli appetiti e le insofferenze sono aumentati.

E per non rischiare di rompere il giocattolo sui voti che contano (il bilancio, votato pur con tanti mal di pancia), si è deciso di mandare messaggi in codice a Romizi sulle innocue votazioni per l’Albo d’oro, gettando nel tritacarne della politica personalità e associazioni a cui, per ciò che ciascuno di loro ha fatto nel proprio ambito, Perugia, tutta, deve essere riconoscente.