Spoleto

Alberghiero Spoleto, il ricordo di Marcello Torre promosso da “Libera”

Aprire la scuola alla società, facendo conoscere ai ragazzi e alle ragazze quello che avviene fuori, anche quando questo vuol dire affrontare la drammaticità della vita, è importante per la loro crescita e maturazione”.

Con queste parole il sindaco Andrea Sisti ha aperto il suo intervento in occasione dell’incontro “Marcello Torre, il sindaco gentile” che si è svolto martedì mattina all’Istituto Alberghiero “G. De Carolis”.

Organizzato dalla sezione di Spoleto di ‘Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie’ fondata da Don Luigi Ciotti, all’incontro ha partecipato, insieme ad Elisabetta Proietti di Libera e alla dirigente scolastica Roberta Galassi, anche Goffredo Locatelli, nipote del sindaco del comune di Pagani, in provincia di Salerno, ucciso dalla camorra l’11 dicembre 1980.

L’incontro di oggi ha aggiunto il sindaco Andrea Sisti ci dice che dobbiamo sempre avere la forza di contrastare i sistemi criminosi che ormai non si verificano più solo nelle regioni del sud Italia. Per farlo non bastano le forze dell’ordine e i magistrati: serve mantenere la schiena dritta e non essere indifferenti perché questi fenomeni ci coinvolgono tutti”.

Dopo i saluti della dirigente Galassi (“Ringrazio il sindaco perché sta dimostrando di essere molto vicino ai ragazzi e per noi questo è molto importante e ringrazio Libera per la serie di incontri ed iniziative di cui si sta facendo promotrice per far capire ai ragazzi il senso dell’impegno civile e della ricerca della verità”) è intervenuto Goffredo Locatelli, nipote del sindaco Marcello Torre: ”L’essenza di quello che fa Libera è svuotare i momenti della memoria dalla retorica per riempirli di contenuti. Parlare di queste tematiche nelle scuole significa appropriarsi del nostro essere cittadini e questo vale anche per voi ragazzi. L’elenco delle vittime di Libera conta oltre 1000 persone che sono state uccise dalla criminalità organizzata, parliamo di persone normali, persone giuste la cui unica colpa è stata quella di fare bene il proprio lavoro.

Mio nonno ha aggiunto Goffredo Locatelli ha sempre provato a fare questo. Aveva una spiccata predisposizione per la politica e una grande caratura morale. Negli anni ‘70 e ‘80 era molto complicato fare politica in alcuni territori, ma a Pagani ancora c’è traccia di quello che mio nonno è riuscito a fare allora”.

Nel corso dell’incontro Locatelli ha letto la lettera che Marcello Torre, in procinto di diventare sindaco di Pagani, scrisse alla famiglia il 30 maggio 1980, pochi mesi prima di venire ucciso dalla camorra per essersi opposto alle infiltrazioni camorristiche nelle procedure di assegnazione degli appalti dopo il terremoto dell’Irpinia. “Temeva per la sua incolumità, ma fino alla fine ha continuato a fare politica per servire la gente, rifiutando quanti invece si servivano della gente per portare avanti progetti criminali”.

Per l’omicidio di Marcello Torre la Corte di Cassazione, nel 2002, ha confermato la condanna all’ergastolo della Corte di Assise di Appello di Salerno nei confronti di Raffaele Cutolo, capo della Nuova Camorra Organizzata.