Cronaca

Quintana, al rione Spada la Sfida del Settantennale I Ecco com’è andata

Dopo trentuno  interminabili anni, sotto Le Conce del rione Spada sono tornati a risuonare ‘grida e gioiaet urla di vittoria’: si è tinta delle sfumature giallonere la magica notte della Giostra della Quintana della Sfida.

Una vittoria che Daniele Scarponi, nelle sue nuove vesti di Audace, si è saputo cucire su misura: è il suo nono trofeo personale, che va ad allungare un curriculum di tutto rispetto, già comunque il migliore tra quelli che si potevano vantare ieri sera.

Il settimo palio che gli spatari metteranno in bacheca è quindi quello firmato da Matteo Fato, un’opera speciale, essendo il primo dell’edizione del Settantennale quintanaro.

Ripagate in pieno le aspettative del priore Alessio Castellano, che ha voluto con forza il passaggio del plurivittorioso quarantenne folignate da via Butaroni, dov’era in forza al rione Croce Bianca, alla scuderia giallonera. Un’operazione che gli è valsa la possibilità di uscire cinto di alloro dal Campo de li Giochi.

Scarponi era in sella alla debuttante City Hunter, purosangue inglese di sei anni, con la quale ha formato sin da subito un binomio stupendo e grazie alla quale ha pure battuto il record ufficiale di pista, facendo scendere i cronometri a 53 secondi e 15 centesimi. Il cambio di cavallo e di rione non hanno scalfito le sue prestazioni, anzi le hanno esaltate e la stoffa da campione ha dato i suoi frutti.

Era tra i favoriti, ma non il super favorito, poi però le stelle di Giotti e Contrastanga si sono subito eclissate: il primo ad abbandonare la gara è stato proprio il campione in carica Massimo Gubbini del rione Giotti, reduce dalla ‘doppietta’ dell’edizione 2015. Una bandierina beffarda in curva figuranti, beccata in pieno con Wind of Passion, gli ha precluso l’accesso alla seconda tornata, facendo crollare in terra anche i sogni di gloria dei giottini.

La prima manche quintanara, con anelli dal diametro di otto centimetri, ha mietuto altre vittime illustri: fuori dai giochi anche l’altro big Luca Innocenzi, Furente del rione Contrastanga che ha beccato in pieno una bandierina proprio a ridosso della statua del Dio Marte prima di mirare il primo anello appesso.

Il debuttante folignate Marco Remoli, neo Pertinace del rione Cassero, ha avuto giusto il tempo di saggiare la nuova pista: in sella alla new entry Saluggia Dream non è riuscito a centrare il terzo bersaglio lasciando di stucco i ragazzi del priore Giorgio Recchioni.

Alla seconda tornata approderanno in sette, ma dei ‘magnifici sette’ saranno soltanto tre i binomi a giocarsi la finalissima, cosa più unica che rara nella storia della cosiddetta Quintana moderna.

Vola via l’Aquila Nera del rione Pugilli: Pierluigi Chicchini su Edward England era primo nella classifica parziale provvisoria poi il Moro puellaro è andato ad abbattere una bandierina ed ha mancato un anello da sei centimetri.

Fuori il debuttante Mattia Zannori, neo cavaliere Generoso del rione La Mora: il ventiduenne di Faenza è stato impreciso sul secondo anello dopo una difficile uscita dalla curva palestra.

Ed ancora, altro big a ‘scontrarsi’ con la bandierina, dopo il primo anello da sei centimetri, è stato il ‘Principe della Giostra’ Lorenzo Paci, Baldo del rione Morlupo in sella a Lanunio purosangue inglese di cinque anni.

Nulla da fare nemmeno per il veterano quarantatrenne Christian Cordari di Servigliano, riconfermato Baldo del rione Badia: spizzato il secondo anello si è dovuto accomodare ai box per vedere gli altri disputare la terza tornata.

Solo tre i binomi che hanno staccato il biglietto per l’accesso alla finale: Riccardo Raponi, ventiduenne marchigiano di Recanati, passato dalla Torre Merlata del rione Cassero alla corte di Andrea Ponti come Fedele del rione Croce Bianca, su Woman in Rose purosangue inglese di nove anni.

Passa tutte e due le tornate anche il binomio del rione Ammanniti: ottime performances per il debuttante Manule De Nobili, ventitrenne di Faenza con Rio Rose, purosangue inglese di sette anni, new entry in pista.

Solo in tre a contendersi il palio, un terzetto agguerrito come non mai, un fatto storico comunque: l’Ammaniti conclude la sua giostra senza errori in due minuti, 42 secondi e 70 centesimi, attendendo gli errori dell’altra coppia rimasta a sfidare il Dio Marte.

A sbagliare sarà messer Riccardo Raponi, tradito dal secondo anello da cinque centimetri: crollano i sogni di gloria del rione Croce Bianca, sperano ancora all’Ammaniti e sognano ad occhi aperti gli spatari.

Scende il mitico silenzio al Campo de li Giochi: ecco in pista Daniele Scarponi, mette in lancia tutti e tre i bersagli, poi spinge al massimo la sua City Hunter: il tempo è di due minuti, 42 secondi e 59 secondi.

Ed esplode l’incontenibili festa del rione Spada.