Andava a scuola con Keith Haring, passeggiava nel parco con Basquiat. E si confrontava tutti i giorni con Andy Warhol. Era la New York degli anni ’80 e Larry Gartel, giovanissimo, ne era uno dei protagonisti.
Ieri pomeriggio, 23 maggio, nella sede del MAG MetaMorfosi Art Gallery di Palazzo Bufalini a Spoleto, Larry Gartel si è presentato ad un pubblico di appassionati che ha voluto salutare il pioniere della Pop Art nella sua declinazione digitale, arrivato nella sede della mostra “Warhol vs Gartel. Hyp Pop”, per la presentazione del catalogo dell’esposizione. Un inno a Spoleto e alla sua bellezza, quello di Gartel, che ha voluto sottolineare la possibilità di avere la città umbra come protagonista delle sue opere future- “Essere qui è magico. Voglio fare un lungo giro per le strade della città – ha detto – e fotografarla. Anche essere qui è parte della mia storia e della mia biografia. Voglio andare in giro a fare foto di Spoleto e sviluppare i miei progetti proprio da lì, a cominciare da questa meraviglioso Duomo”.
Gartel ha spiegato ai molti studenti presenti il suo “senso” per l’arte digitale, presentata come il futuro dell’arte. “Ho disegnato la mia prima scultura digitale nel 2008, mi era stata commissionata da un collezionista, prevedo che nel futuro ne faremo molte altre. Nel 2010 ho creato la mia prima macchina artistica: fino ad ora ne ho creae 53. L’ultima, nel mese scorso, era una Giulia”. “La sfida – ha prontamente ribattuto Camilla Laureti, assessore alla cultura del Comune di Spoleto intervenuta all’incontro insieme al presidente di MetaMorfosi organizzatrice della mostra Pietro Folena e al direttore di Palazzo Collicola Arti Visive Gianluca Marziani – è riuscire a portare una delle sue bellissime macchine qui a Spoleto. Magari in piazza Duomo”.
Gartel ha raccontato molti aneddoti della sua avventura artistica che lo ha legato direttamene ad Andy Warhol. “Erano anni veramente difficili – ha detto mostrando le foto del “laboratorio” artistico in cui lavorava insieme a Warhol – Quando gli ho insegnato ad usare il computer aveva 57 anni ed era alla fine della sua vita. Mi piacerebbe che tornassero quegli anni ’80: tempi in cui personaggi interessantissimi sedevano uno accanto all’altro e si scambiavano idee”.