Tre giorni, 2.500 aziende, 420 stand, 600 animali, superate le 75.000 presenze della passata edizione. Agriumbria chiude nel migliore dei modi la sua 49esima edizione e si prepara a celebrare il mezzo secolo di vita, consapevole ormai del suo ruolo di protagonista all’interno del sistema agricolo e agrozootecnico nazionale.
Numeri importanti per questa edizione 2017 con una domenica, quella del 2 aprile, che ha fatto registrare da sola 40.000 presenze. Sono cifre che mostrano ormai il valore e il peso specifico che l’Umbria e la sua più importante fiera hanno raggiunto nel contesto italiano. Come spiega Lazzaro Bogliari, presidente di Umbriafiere Spa: “Sono risultati importanti che attestano il buon lavoro e l’alto livello qualitativo raggiunto dalla fiera. Grazie alle tante collaborazioni, ai partner e alle aziende che lo compongono questo Salone è adesso un momento irrinunciabile per chi lavora e produce in ambito agricolo e zootecnico. Oltre ai numeri siamo attenti ai temi e ai segnali che escono fuori da Bastia Umbra e al rapporto tra addetti ai lavori, aziende e consumatori”.
Tanti i temi approfonditi in questi tre giorni e tante le convergenze che i diversi settori agricoli si trovano a condividere: sostenibilità, innovazione continua, formazione, investimenti in tecnologia e giovani in agricoltura. Nella domenica che ha visto molte famiglie con bambini raggiungere il polo fieristico regionale, non sono mancati i momenti di approfondimento tecnico e gli incontri tra operatori. Molto seguite le presentazioni di Enama (Ente per la meccanizzazione in agricoltura) sui nuovi sistemi smart in agricoltura e nelle fattorie. Tra questi il sistema Isobus, dei veri e propri computer posizionati nelle cabine dei trattori che supervisionano la macchina e supportano l’agricoltore nell’esecuzione delle operazioni quali semine e concimazioni ad esempio e, cosa molto importante anche per i consumatori, possono fornire una serie di informazioni riguardanti la tracciabilità delle operazioni nei campi. Una domenica che ha visto anche molte finali e mostre zootecniche con il sentito derby tra Umbria e Toscana per valutare (nelle diverse categorie) la migliore Chianina. E come raccontano dall’Associazione dei bovini da carne (Anabic): per un’allevatore vincere con la Chianina ad Agriumbria è un po’ come per un tenore arrivare ad esibirsi alla Scala. Qui ci sono i migliori esemplari e i migliori allevamenti e aggiudicarsi un premio oltre a ripagare per il tanto lavoro fatto da tanta visibilità in termini commerciali. Come spiegano dall’Associazione italiana allevatori: Agriumbria è un momento importante per la zootecnia italiana. C’è un livello alto e qui arrivano i migliori allevamenti; per giudicare le finali nazionali delle razze da carne Limousine e Charolaise sono arrivati, ad esempio, due giudici francesi, tra i più importanti esperti al mondo.
Agriumbria è anche sede di progetti d’eccellenza come il polo italiano carni e di momenti di disseminazione e raccolta di informazioni per progetti europei di settore. Molte le storie che in questi giorni hanno visto protagonista chi in Italia e in Umbria lavora e produce mettendo competenza e professionalità per la realizzazione di prodotti d’eccellenza e di macchine e strumenti del made in Italy.
Tra le storie anche quella della cavalla Fiamma e della sua piccola puledra Zoe arrivati dai Sibillini ranch (azienda di turismo equestre con sede a Castelluccio di Norcia) con il loro allevatore, Emiliano Brandimarte, a testimoniare la volontà e la necessità di ripartire e che da questa fiera, che nella giornata di domenica è stata una vera e propria festa dell’agricoltura, rientrano a casa con il calore e la solidarietà ricevuta dai tanti visitatori.