Le istituzioni illudono i giovani agricoltori dell’Umbria. È la forte denuncia che arriva da Clelia Cini, presidente dell’associazione giovani agricoltori italiani di Cia, che per questo chiede una urgente rimodulazione delle risorse del Psr (piano di sviluppo rurale).
“Lo scorso 15 dicembre, dopo diversi rinvii e ripetute modifiche dei bandi, – evidenzia Cini – in Umbria finalmente, i giovani agricoltori hanno potuto presentare domanda di contributo primo insediamento. Nel frattempo però le lungaggini burocratiche avevano lasciato “a secco” diversi giovani, per aver superato i 40 anni di età e per aver aperto la partita Iva, da più di 18 mesi. L’illusione dei bandi “a sportello” mieteva così le prime vittime!
A distanza di quattro mesi c’è il rischio – denuncia l’associazione Agia – Cia agricoltori italiani – che altre brutte sorprese travolgano le aziende condotte da giovani. Le domande presentate a dicembre, secondo indiscrezioni, sarebbero in tutto 640. Il lavoro istruttorio, che sta procedendo a rilento, riguarderebbe però solo le prime 135 domande, le uniche ad oggi, ad essere considerate finanziabili in una possibile graduatoria, viste le poche risorse assegnate alla misura 6. Tutte le altre richieste, più di 500, ammissibili ma non finanziabili!
Con oltre 500 domande di giovani agricoltori “in stallo” e investimenti aziendali per milioni di euro bloccati, il futuro dell’agricoltura in Umbria è a rischio” afferma Clelia Cini Presidente dei giovani di Agia-Cia agricoltori italiani.
“La Regione – prosegue Cini, – non può ignorare un settore che, nonostante la crisi, dimostra di essere vitale e attrae investimenti di giovani generazioni di agricoltori dinamici e innovativi”.
Favorire l’insediamento degli under 40, evidenzia l’Agia, è provato, migliora la competitività delle imprese, rivitalizza il tessuto economico e produttivo, fondato sull’attività agricola e zootecnica, valorizza le peculiarità dell’agricoltura multifunzionale, promuove il forte legame con il territorio, il paesaggio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina. Azioni strategiche per lo sviluppo del settore primario e della nostra regione.
Vista l’ enfasi con cui è stato presentato il PSR in Umbria e la disponibilità unica di risorse pari a 876 milioni di euro, a cui si sono aggiunti altri 52 milioni per i Comuni del cratere, il bando pacchetto giovani – secondo Agia-Cia – deve avere priorità assoluta, l’Umbria non può permettersi il lusso di far rimanere “al palo” 500 giovani.
Così la Presidente Cini di Agia chiede all’Assessore Cecchini e alla Presidente Marini “un impegno straordinario, per assegnare i fondi necessari a sostenere tutti gli avviamenti di imprese ammissibili che per le nuove generazioni di agricoltori sono anche parte di un progetto di vita. E’ necessaria pertanto – prosegue Cini- una rimodulazione del Programma di Sviluppo Rurale dell’Umbria per rimpinguare quelle misure che presentano un’importante capacità di assorbimento delle risorse finanziarie. In questa fase per favorire le sturt up e snellire tempi e procedure, sarebbe utile concedere il sostegno all’avviamento di impresa anche sganciato dal pacchetto giovani, da recuperare poi in termini di impegno e finanziabilità in un triennio.
E’ inoltre opportuno rivedere scelte che potrebbero risultare penalizzanti per i giovani agricoltori, come i tagli a premi, quali indennità compensativa e biologico. Del resto sono gli stessi dati a confermare che in Umbria tale pratica agricola o di allevamento è principalmente diffusa e con successo, tra gli under 40 e le donne.
Bisogna dare sicurezza ai tanti giovani che, in Umbria, hanno deciso ancora di investire in agricoltura – commenta la presidente Cini – c’è necessità di regole e risorse certe da destinare al nostro comparto sia per la fase di avviamento che per il proseguimento dell’attività”.
Netta contrarietà di Agia così all’intenzione della Regione di non riaprire alcune misure del PSR, come l’agroambiente e il biologico e alla volontà di operare un taglio percentuale per l’indennità compensativa. “Gli agricoltori e gli allevatori umbri – sottolinea la presidente – fanno affidamento sul valore di questi premi per sostenere gli incomprimibili costi di produzione e gli obblighi derivanti dalle certificazioni e dai controlli sempre più stringenti. Chiediamo quindi che vengano confermate tutte le misure e finanziate tutte le domande utilmente inserite in graduatoria, così come è avvenuto per l’agroindustria, tutto ciò, a fronte di investimenti realizzati, impegni assunti e forti esposizioni economico-finanziarie”.
“L’Agia – conclude la presidente- auspica un immediato cambiamento di posizione da parte della Regione che attesti che l’Umbria Verde vuole veramente puntare sulle nuove generazioni e investire in innovazione, qualità, tipicità e distintività”.