Una delegazione di agricoltori delle zone terremotate, accompagnata dal direttore della Coldiretti Umbria Mario Rossi e dal responsabile dell’area tecnica Carlo Biondini, ha incontrato ieri l’assessore regionale all’agricoltura Roberto Morroni.
Si è trattato – spiega il direttore Rossi – di un’importante occasione per porre la giusta attenzione sulle esigenze e sulle problematiche principali che ancora “scontano” gli agricoltori delle zone colpite dal terremoto del 2016, dove l’agroalimentare insieme al turismo ambientale e culturale, gioca un ruolo fondamentale.
Territori – aggiunge Rossi – in cui all’emergenza post sisma, si è aggiunta quella legata alla pandemia, con una conseguente amplificazione dei disagi e dei danni economici che hanno colpito cittadini e imprese. Per questo – secondo Rossi – occorre non abbassare la guardia sullo stato e sulle prospettive di queste comunità da “ricostruire”, garantendo le condizioni necessarie affinché le persone tornino o restino a vivere e lavorare in zone uniche che caratterizzano la regione. Una ricostruzione, che deve andare di pari passo con la ripresa dell’economia, che in questi territori significa soprattutto cibo e turismo.
In particolare nel corso dell’incontro – continua il direttore regionale Coldiretti – si è riflettuto sull’esigenza, ancora più impellente in questa fase di ripartenza post covid-19, di “garantire” una maggiore liquidità alle imprese, a cominciare da quelle zootecniche, già messe a dura prova dai disastri del terremoto che hanno danneggiato tante strutture produttive.
Analizzate – precisa Rossi – alcune misure del Programma di Sviluppo Rurale, che, come è stato sottolineato, è importante che riservi un’attenzione particolare sulle aree del cratere: da quella sul benessere animale, a quella per le zone montane svantaggiate, fino al bando “giovani”.
Infine, come ribadito più volte – sottolinea Rossi – è sempre più forte la necessità di partire quanto prima con una ricostruzione in grado di abbreviare i passaggi burocratici, e che finalmente segni una svolta concreta per i comuni terremotati, evitando il rischio spopolamento di aree a forte vocazione agricola e turistica. Mai come in questo momento tra l’altro – conclude Rossi – esse potrebbero assurgere al ruolo di protagoniste per un rafforzato e virtuoso modello di sviluppo economico e di vita sociale e di comunità.