Perugia

Aggressioni in carcere, Di Giacomo (Spp) “Non serve più la solidarietà”

Ieri è accaduto nel carcere di Piacenza, due giorni fa in quello di Trento e quattro giorni fa a Perugia. In due mesi sono già una sessantina gli agenti penitenziari aggrediti e nel 2019 (lo dice il Garante Nazionale dei Detenuti) circa 800, ma in realtà sono molto di più. Siamo stanchi di tenere i conteggi e di assistere impotenti agli attacchi agli uomini e alle donne in divisa considerati “carne da macello” perché nessuno li tutela”.

A sostenerlo è il segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo che aggiunge: “siamo altrettanto stanchi di registrare, quasi sempre, dichiarazioni, commenti, parole di solidarietà dalla politica. Non ci serve più la solidarietà. Abbiamo bisogno di un atto concreto: chiunque aggredisce uomo o donna in divisa, sia della polizia penitenziaria come di qualsiasi altro corpo delle forze dell’ordine, deve aspettarsi pene più severe di quelle attualmente previste.

Bisogna smetterla con il giustificazionismo delle aggressioni dei detenuti che è l’altra faccia della medaglia del “buonismo”, la teoria di base del nostro sistema carcerario che punta a redimere chiunque, anche chi ammazza un poliziotto. La tutela della polizia penitenziaria e di tutte le forze dell’ordine – afferma il segretario del S.PP. – diventa perciò il primo obiettivo del tour che ho ripreso da qualche giorno tra gli istituti penitenziari del centro-nord per monitorare la situazione relativa al coronavirus. La salute e l’incolumità del personale resta per noi la priorità anche attraverso la dotazione di presidi personali di prevenzione contro la diffusione del virus. Se lo Stato ha ammainato bandiera bianca e delegato il controllo degli istituti penitenziari ai capi clan, noi non ci rassegniamo affatto, siamo e saremo a tutela della legalità, dell’autentica giustizia, della sicurezza dei cittadini”.