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Aggressioni a personale sanitario in aumento negli ospedali umbri, 207 episodi in un anno

In un solo anno, il 2024, sono stati 207 gli episodi di aggressione al personale sanitario – +37% rispetto al 2023, quando erano stati solo 151 – , che hanno coinvolto ben 262 operatori (+46%, nel 2023 erano stati 179).

Sono questi i dati impressionanti raccolti dal Centro regionale per la gestione del rischio sanitario, che evidenziano un evidente aumento delle segnalazioni di violenze a tutti i lavoratori delle quattro aziende sanitarie regionali.

I numeri sono stati illustrati ieri (12 marzo), proprio in occasione della Giornata nazionale di prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari, nella sala Peccati-Crispolti di Palazzo Broletto a Perugia, dove ha avuto luogo un evento di confronto tra Regione, aziende sanitarie e ospedaliere e rappresentanti della Consulta delle professioni sanitarie con 130 partecipanti.

L’analisi dei dati ha mostrato che il 69% delle vittime sono donne, il 31% uomini e che la fascia di età più colpita è quella tra i 30 e 39 anni (86 casi). Le categorie professionali più esposte sono gli infermieri (58%), seguiti da medici (25%) e operatori sociosanitari (9%). Gli episodi avvengono prevalentemente al mattino (52%) e in giorni feriali (88%).

La tipologia di aggressione più diffusa è quella verbale (76%), seguita da quella fisica (18%), con autori principalmente identificati tra gli utenti (64%) e i caregiver (33%). Gli atti di violenza si verificano sia in ambito ospedaliero (60%) che territoriale (40%). Nei contesti ospedalieri, i reparti di degenza (42%) e i pronto soccorso (31%) risultano i più colpiti, mentre in ambito territoriale le aggressioni si concentrano negli istituti penitenziari (41%) e negli ambulatori (28%).

Dobbiamo lavorare insieme – ha dichiarato in un videomessaggio la presidente della Regione Stefania Proiettiper contrastare il fenomeno. I professionisti che dedicano la loro vita alla cura e assistenza delle persone meritano di lavorare in un ambiente sicuro e rispettoso. La crescita delle segnalazioni ci impone un’azione concreta e continuativa tra tutti i soggetti interessati. Faremo in modo che le proposte della consulta di professioni sanitarie e risk management – tra cui ‘braccialetto antiaggressione’ per gli operatori o l’implementazione di videosorveglianza – vengano integrate nel nuovo piano sociosanitario regionale per garantire un comportamento uniforme su tutto il territorio”.