Assisi

Aggredisce la moglie in un parcheggio, divieto di avvicinamento per 45enne

Aggredita con ferocia dal marito in un parcheggio, viene soccorsa dalla polizia. E’ successo ad Assisi: gli agenti del commissariato di pubblica sicurezza sono infatti intervenuti in aiuto di una donna, di origini tunisine, che si trovava ferita in un parcheggio. Qui infatti moglie e marito si erano dati appuntamento per parlare.

Secondo quanto raccontato dalla donna, dopo un litigio scaturito per il rifiuto opposto all’ennesima richiesta ingiustificata di denaro da parte del marito, era stata colpita con violenza e lasciata a terra senza fiato, mentre l’uomo si allontanava facendo perdere le sue tracce.

La Squadra Volante ha raccolto prontamente le prime dichiarazioni della donna, la quale nel frattempo era stata trasportata al vicino Pronto Soccorso. La donna ha raccontato di un rapporto coniugale in crisi da tempo, di continue vessazioni psicologiche e aggressioni fisiche inferte dal marito e culminate in quella giornata in una feroce lite. Il marito, indispettito dalla minaccia della moglie di rivolgersi alle forze dell’ordine, in preda ad un raptus violento, l’avrebbe colpita con calci e pugni alla testa, fino a strapparle una ciocca di capelli nel tentativo di trattenerla quando la donna tentava di scappare per sottrarsi al cieco pestaggio.

La vittima ha detto di non aver mai denunciato i maltrattamenti subiti perché convinta dalle promesse del marito di cambiare condotta.

Fino a quel giorno quando, l’uomo, un 45enne di origini egiziane, le avrebbe procurato lesioni personali guaribili in 15 giorni.

Dopo aver commesso il fatto, il marito capita evidentemente la gravità di quanto commesso, per sfuggire alle conseguenze della propria condotta criminosa, decideva volontariamente di allontanarsi dall’abitazione familiare. Sulla base degli elementi di prova raccolti e valutato il fondato pericolo di reiterazione del fatto criminoso, a seguito di richiesta del Pubblico Ministero titolare del fascicolo, il GIP presso il Tribunale di Perugia emetteva a carico dell’uomo la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla donna, prescrivendogli altresì il divieto di comunicare con lei con qualsiasi mezzo.