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Aggiornamento: ricorso al Tar contro multe Bankit – Popolare Spoleto, OOSS ora invocano intervento della politica. Denunce agli Antonini. Scs ‘presidiata’ dall'ex dominus

Redazione

Aggiornamento: ricorso al Tar contro multe Bankit – Popolare Spoleto, OOSS ora invocano intervento della politica. Denunce agli Antonini. Scs ‘presidiata’ dall'ex dominus

Mar, 29/11/2011 - 20:27

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Carlo Ceraso
Se Sparta piange, Atene non ride. Mentre non si arresta lo scandalo che sta travolgendo la Spoleto Credito e Servizi, dove Giovannino Antonini non è intenzionato a riconoscere il voto di sfiducia della maggioranza del board e, conseguentemente, la figura di Fausto Protasi quale presidente della holding che controlla Bps – dall’altra parte di piazza Pianciani sono i sindacati a far sentire la loro voce. Puntando, ancora una volta, il dito contro il direttore generale Francesco Tuccari (nella foto) e cominciando ad invocare l'intervento delle istituzioni locali, ovvero della politica cittadina e regionale. Le 6 sigle sindacali (DirCredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Ugl Credito, Uilca, Falcri) denunciano le costose operazioni portate avanti per l’assunzione di personale esterno proveniente da Ubi Banca (dove Tuccari ha prestato servizio fino alla scorsa primavera) e la perdita dell’identità localistica di Bps.
L’affondo al dg – ma leggiamo la nota che da qualche ora circola fra i 700 dipendenti dell’istituto di credito. “nonostante le ripetute sollecitazioni prendiamo atto, con rammarico della totale assenza di rispetto delle Relazioni industriali in BpS. Tale comportamento dimostra una volta di più la palese mancanza di considerazione verso i lavoratori di questa Azienda. Chiediamo dunque con fermezza alla governance dell’Istituto risposte immediate e chiare rispetto alla perdita dell’identità localistica della Banca, che nel corso degli anni ha rappresentato il miglior standard patrimoniale per la qualità dei servizi offerti e per il concreto sostegno alla crescita del tessuto economico aziendale. La perdita di autonomia e del ruolo di vicinanza al territorio di Bps rappresenterebbe un ulteriore drammatico impoverimento del Territorio con un devastante futuro delle già provate piccole e medie imprese”. I sindacati pretendono chiarimenti anche in merito alla “grave incidenza sul bilancio aziendale circa l’acquisizione di personale esterno inquadrato ad altissimi livelli di carriera, i costi stipendio e gli eventuali costi di contenzioso che da tale acquisizione ne dovessero derivare (Ubi Banca non ha smentito di aver avviato un contenzioso in tal senso nei confronti di Bps, n.d.r.). Per questo chiediamo un immediato, costante e periodico (almeno mensile) monitoraggio dei risultati conseguiti dal personale esterno”. Le OOSS vogliono vederci chiaro anche in merito “recenti e forti gratificazioni e benefit vari distribuiti ad alti livelli”. Poi l’appello, non ancora ufficiale, alle istituzioni: “ci riserviamo di sollecitare anche un livello di attenzione presso le Istituzioni pubbliche del territorio, a difesa della funzione economica, politica e sociale dell’ultima Banca autonoma di questa Regione”. Neanche una riga, dettaglio di non poco conto, sulla drammatica situazione che sta vivendo la capogruppo Spoleto Credito e Servizi.
Scs, una scrivania per due –nell’occhio del ciclone restano gli uffici della holding dove Giovannino Antonini stamattina si è presentato puntuale – al suo fianco resta una giovane avvocatessa di Perugia – in barba al voto di sfiducia di ieri che lo ha fatto cessare dalla carica di presidente (non da quella di consigliere del board). L’ex dominus è rimasto per tutto il giorno chiuso nell’ufficio di presidenza, dove ha ricevuto la visita dei colleghi di cordata Marco Bellingacci (sfiduciato ieri da vicepresidente) e Michelangelo Zuccari. Insomma, l’ufficio sembra proprio presidiato. Tanto che il presidente Protasi, giunto nel pomeriggio, ha potuto operare solo nelle altre stanze della Cooperativa e lungo i corridoi. Una situazione surreale, con i dipendenti nel più totale imbarazzo. Protasi si sarebbe limitato a gestire pochi atti fra cui una comunicazione ufficiale al gestore del sito internet dell’Istituto tesa a far rimuovere il comunicato inserito nella prima serata di ieri dal ‘presidente’ Antonini con il quale disconosceva l’esito del voto e annunciava sanzioni per i ‘dissidenti’.
Una situazione tragica per la Cooperativa, che non aveva mai registrato – neanche negli anni bui del precommissariamento della banca – comportamenti simili. Sembra dunque che Antonini sia intenzionato ad alzare una vera e propria barricata per poter arrivare all’Assemblea dei soci del prossimo 17 dicembre. I legali delle due correnti sono comunque già da ieri al lavoro per studiare mosse e contromosse. Per Antonini comunque si profila un ‘presidio’ di almeno 18 giorni (neanche ai tempi delle crociate). Forse saranno un po’ di meno se il 13 dicembre, data in cui si terrà l’udienza fissata dal presidente del Tribunale di Spoleto, dovesse arrivare un avallo al board tenutosi ieri e che ha portato alla decapitazione del vertice della capogruppo. O l'annullamento dell'esito del voto.
Denunce per 2 Antonini – da Terni giungono invece notizie di nuovi problemi per Giovannino Antonini. Un imprenditore, che si è rivolto ad un noto studio legale ternano, avrebbe presentato alla Procura di Spoleto una denuncia-querela in merito ad una polizza assicurativa stipulata presso l’agenzia gestita fino a qualche tempo da Antonini. I contorni della vicenda non sono ancora molto chiari: si sa solo che la somma in ballo è di svariate decine di migliaia di euro (si parla di più di 150mila euro) e che l’ipotesi di reato, a quanto ipotizza l’imprenditore, sarebbe quella della truffa. Ma non è il solo guaio. Nei giorni scorsi un altro imprenditore del ternano ha presentato una denuncia nei confronti di un parente stretto dell’Antonini. Stando a quanto si apprende il giovane, accompagnato sembra da due sedicenti agenti di polizia (non è dato sapere se si sono presentati o sono stati presentati in tale veste), nel consegnare un plico all’imprenditore avrebbe trovato l’occasione per minacciarlo e ingiuriarlo. Questa almeno la versione che l’imprenditore, molto conosciuto nel capoluogo di provincia, ha raccontato agli investigatori della Questura di Terni che avrebbero già trasmesso gli atti alla competente Procura della Repubblica.

Ricorso Tar Lazio – è di questa mattina, mercoledì, la notizia rilanciata dall'autorevole Sole 24 Ore secondo il quale Antonini, Bellingacci e l'ex consigliere Bps Claudio Bernardini hanno presentato 3 distinti ricorsi al Tar del Lazio affinchè venga annullata la multa inflitta dalla Vigilanza lo scorso maggio a seguito della ispezione tenuta nella sede Bps nel primo semestre 2010. Il totale della sanzione, 139mila euro, prevede multe di 16mila euro per Antonini, 12mila € per Bellingacci e 10mila € per il resto del board (ad eccezione dei consiglieri Raggi, Logi e Di Bello sanzionati con 3mila euro, come pure i revisori dei conti e l'ex d.g. Alfredo Pallini). Palazzo Koch aveva riscontrato delle irregolarità nella organizzazione e nei controlli interni, nonchè carenze nell'isruttoria, erogazione, gestione e controllo del credito da parte dei membi del cda e del d.g.. La Relazione (clicca qui) portò al defenestramento proprio dell'ex n. 1 e 2 di Bps. I ricorrenti chiedono la sospensiva del provvedimento di Bankit e il successivo annullamento in quanto i rilievi mossi sarebbero per loro ascrivibili solo alla responsabilità del d.g. Pallini. La Terza sezione del Tar ha fissato l'udienza per il prossimo 14 dicembre, il giorno successivo a quella fissata dal Tribunale di Spoleto che deciderà sul ricorso presentato da Bellingacci e Zuccari avverso la convocazione del Cda tenutosi ieri l'altro e che ha registrato la sfiducia di Antonini e dello stesso Bellingacci, che a febbraio scorso, usciti da Bps, erano rientrati in sella della holding.

Riproduzione riservata

(Aggiornato alle 10.40 da Redazione on line)

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