Sono oltre 600 gli imprenditori agricoltori che devono ancora ricevere la liquidazione dei contributi relativi agli anni 2015-2016. Il dettaglio dei ritardi vede 472 pratiche inevase relative al 2015 (su un totale di 7.433 domande) e 146 (su 9.837) per il 2016, ed è stato fornito dall’assessore regionale all’agricoltura, Fernanda Cecchini, a seguito della interrogazione presentata in consiglio regionale da Claudio Ricci per conoscere la “percentuale del liquidato per l’anno 2015 e la cifra totale da erogare per lo stesso anno. E quali azioni la Regione intende svolgere per sollecitare l’organismo pagatore Agea affinché proceda con le liquidazioni”, evidenziando i ritardi connessi al pagamento dei contributi del Piano di sviluppo rurale 2014/2020”.
La “vertenza” Agea è stata sollevata da Palazzo Donini che ha così raccolto le difficoltà del mondo agricolo regionale e sollecitato l’organismo pagatore ad una rapida soluzione rispetto ad un problema che rischia, altrimenti, di mettere a serio rischio centinaia di imprese. Che, proprio sulla scorta della disponibilità di finanziamenti, ha avviato progetti di sviluppo, investendo denaro e a volte indebitandosi con le banche, senza però avere incassato quanto di diritto.
Due le novità di rilievo emerse negli ultimi giorni. Il primo riguarda il decreto di riforma di Agea a cui ha dato il via libera il premier, Paolo Gentiloni, e che – sostiene Cecchini – sarà un passo avanti per risolvere i “problemi legati al malfunzionamento” dell’agenzia. Di fatto, la riforma – che sembra accogliere l’apprezzamento delle organizzazioni agricole – dovrebbe concretizzarsi in uno snellimento delle procedure, abbattendo le spese di funzionamento della struttura e garantendo al contempo tempi rapidi per l’erogazione dei contributi. Risolvendo, insomma, tutti gli intoppi che hanno invece innescato l’ingorgo di cui ancora oggi si vedono le conseguenze.
Altro elemento importante è la prossima apertura di uno sportello Agea in Umbria. L’agenzia, ha infatti anticipato l’assessore Cecchini, “ha dato seguito alla nostra richiesta ed invierà due propri tecnici che renderanno operativo uno sportello all’interno dell’assessorato all’agricoltura per risolvere ogni problema che si possa presentare”. Si potrà insomma stabilire un contatto diretto tra imprese ed ente pagatore e cercare di chiudere il “buco nero” che rischiava di ingoiare l’agricoltura umbra.
Anche se un’altra ferita resta aperta. A dicembre 2017, i giovani agricoltori umbri hanno infatti potuto presentare domanda di contributo per il primo insediamento. “Nel frattempo però – accusa Clelia Cini, presidente dei giovani di Agia-Cia agricoltori italiani – le lungaggini burocratiche avevano lasciato a secco diversi giovani, per aver superato i 40 anni di età e per aver aperto la partita Iva, da più di 18 mesi. A distanza di quattro mesi, c’è il rischio che altre brutte sorprese travolgano le aziende condotte da giovani. Le domande presentate a dicembre, secondo indiscrezioni, sarebbero in tutto 640. Il lavoro istruttorio, che sta procedendo a rilento, riguarderebbe però solo le prime 135 domande, le uniche ad oggi, ad essere considerate finanziabili in una possibile graduatoria, viste le poche risorse assegnate alla misura 6. Tutte le altre richieste, più di 500, ammissibili ma non finanziabili. Con oltre 500 domande di giovani agricoltori in stallo e investimenti aziendali per milioni di euro bloccati, il futuro dell’agricoltura in Umbria è a rischio”. A meno che non si effettui una scelta politica e che assegni “priorità assoluta al pacchetto giovani”, assegnando una parte delle risorse disponibili (876 milioni di euro, a cui si sono aggiunti altri 52 milioni per i comuni del cratere sismico) a questa misura. “L’Umbria – sottolinea la presidente Cini – non può permettersi il lusso di far rimanere al palo 500 giovani” e dunque serve da parte dell’assessore Cecchini e della presidente Marini “un impegno straordinario, per assegnare i fondi necessari a sostenere tutti gli avviamenti di imprese ammissibili che per le nuove generazioni di agricoltori sono anche parte di un progetto di vita”.