Scantinati, seminterrati, garage, pezzi di appartamenti e ogni genere di cubicolo, trasformati in abitazione e affittati in nero, un tempo a caro prezzo agli studenti, oggi -con la crisi dell'università- a pochi euro a “presenze precarie e occasionali”.
Un fenomeno che ha contribuito a segnare le sorti del centro di Perugia e che, in tempi recenti, è stato considerato centrale nel problema sicurezza tra le vie del capoluogo.
Cubicoli in nero – “La mia prima casa a Perugia, nel 2000, con una mia amica in una traversa di via della Viola”, racconta una ex studentessa fuori sede. “Era un garage 'rimodernato', entravamo dal piazzale dove c'erano altri posti auto, con una porta in lamiera. Se non sbaglio pagavamo 170 mila lire a testa, chiaramente in nero”, racconta.
Oggi, con il crollo degli studenti e degli affitti, quegli stessi cubicoli convivono con una zona dove anche le case migliori sono ricoperte da cartelle affittasi, e finiscono per essere abitate da chi cerca un appoggio discreto a prezzi minimi, senza tante domande dei proprietari.
Questo fenomeno è finito più volte nel mirino delle retate anti droga e immigrazione clandestina questura, ed è considerato uno dei protagonisti dell'affitto in nero nel capoluogo umbro.
Il voto in consiglio comunale – Nei giorni scorsi il consiglio comunale di Perugia ha tentato di prendere di petto il fenomeno, votando all'unanimità (32 si) a favore di un provvedimento contro i “cambi di destinazione d’uso e frazionamento immobili”.
Il provvedimento ha tentato di evitare l'eccessiva divisione degli appartamenti del centro, considerata motivo centrale sia del fenomeno degli affitti in nero, sia della sicurezza. Il provvedimento del consiglio, in particolare, ha chiesto alla giunta di “consentire il frazionamento di unità immobiliari accatastate in nuove unità abitative solo di dimensioni tali da favorire residenzialità familiare e stabile e a non incrementare residenze precarie ed occasionali”.
Le proposte, secondo quanto condiviso in consiglio comunale da maggioranza e opposizione, “tendono a riportare le famiglie nel centro storico della città, scoraggiando di contro la micronizzazione degli alloggi”. Un provvedimento per puntare “sulla vivibilità e sicurezza del centro storico perugino, fonte di atti di microcriminalità o contro il decoro urbano”, e che -secondo l'assessore Cardinali- potrebbe essere presto esteso ad altre zone della città.
Francesco de Augustinis