La Guardia di Finanza di Terni negli ultimi mesi ha avviato una serie di accertamenti sugli immobili in affitto nella città di Terni e nel circondario, riscontrando quindici casi di affitti in nero, evidenziando circa 80 mila euro di canoni pagati a fronte dei quali non vi era alcun contratto di locazione registrato. L’attività delle Fiamme Gialle, condotta dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria e da quelli della Compagnia, ha riguardato sia gli affitti di appartamenti e camere agli studenti universitari che frequentano l’Ateneo ternano, sia situazioni in cui viene dichiarato il cd. comodato d’uso sia i classici affitti a persone residenti nel centro città. I risultati sono stati variegati: su circa 60 studenti controllati, solo 4 sono risultati non in regola nel senso che pagavano circa 2mila euro l’anno a testa per l’utilizzo di una stanza dello stesso appartamento, privi di regolare contratto. Per ciò che attiene invece l’ipotesi del comodato d’uso gratuito (in cui viene dichiarata la locazione dell’immobile senza alcun corrispettivo), le indagini della G. di F. in 9 casi su 10, hanno dimostrato che, in realtà, la disponibilità dell’appartamento, era data previo pagamento di un corrispettivo ben determinata; in sostanza i finanzieri hanno dimostrato che il contratto gratuito era fittizio e non veritiero, accertando canoni a nero per circa 50 mila euro. Altri canoni a nero per circa 10 mila euro sono poi stati accertati della G. di F. con il classico controllo porta a porta per alcuni stabili siti nel centro storico di Terni. Nei casi irregolari scoperti dalla G. di F., è stata contestata sia l’imposta di registro evasa sia l’importo non dichiarato ai fini delle imposte sui redditi.