L’affaire Caserta sta diventando sempre più un pasticciaccio che sa di dejà vu dalle parti di Pian di Massiano. Con tanti tesserati che, nel tira e molla per il rinnovo o il divorzio, sono passati da idoli dei tifosi ad acerrimi nemici. Per poi essere rimpianti, in diversi casi.
Il divorzio anticipato tra Fabio Caserta e Massimiliano Santopadre, che sembrava solo questione di dettagli, non si sblocca. Perché i “dettagli”, quando ci sono in ballo i soldi, non sono mai tali.
Dopo più di una settimana il Perugia e l’allenatore che l’ha riportato in B non sono riusciti a trovare un accordo. In base al quale Caserta dovrebbe rinunciare a qualcosa di ciò che gli spetterebbe in base a quel contratto biennale che è lui a voler rescindere.
E la contropartita (tecnica, eventualmente) che il presidente Vigorito si è detto disponibile a mettere sul piatto per liberare l’allenatore, sembra proprio che questa volta non c’entri. Il nodo è tutto, a questo punto, nel rapporto tra Caserta e la società di Santopadre. Che continuano a sentirsi solo telefonicamente, senza neanche dar seguito all’incontro da cui uscì il comunicato sibillino della società biancorossa. Che è pronta ad affidare la panchina a Massimiliano Alvini.
Ma se sfuma il passaggio di Caserta a Benevento – i giallorossi vogliono chiudere entro questo fine settimana, o guarderanno altrove – l’allenatore calabrese si ritroverebbe con un anno di contratto da separato in casa. Difficile proseguire dopo quanto avvenuto in questi ultimi dieci giorni. Anche perché nel frattempo si è rotto il feeling con i tifosi. Che non hanno gradito la voglia di andare altrove di Caserta. Anche se non tutti gettano la colpa sul solo allenatore per quest’ennesima situazione di stallo che il Grifo sta vivendo proprio quando c’è da preparare una difficile stagione in Serie B. Con il peso, tra l’altro, di un derby con la Ternana che sta facendo della continuità il suo punto di forza anche in vista del campionato cadetto.