Coronavirus, l’Afas ha acquistato mascherine anche da un’azienda di un membro del suo Cda. A puntare l’indice sono le opposizioni in Consiglio comunale, dopo aver scoperto la fattura di 11mila euro, per l’acquisto di mascherine da parte di Afas, intestata ad una azienda perugina, dove risulta essere socio amministratore e responsabile legale proprio un membro del Cda della stessa Afas, nominato dal sindaco Romizi.
Per le opposizioni c’è “una evidente inopportunità politica nell’operato di Afas e del suo Cda, legata alla presenza di un palese potenziale conflitto di interessi nel momento in cui una azienda pubblica acquista mascherine da un esercizio il cui titolare è membro del proprio Consiglio di Amministrazione”.
Anche se la vicenda è avvenuta in un contesto emergenziale, in cui è stato evidente un effettivo problema di approvvigionamento di mascherine ed è possibile che soprattutto nella fase iniziale della pandemia non erano molte le aziende del territorio che si erano organizzate per una rapida produzione, pur tuttavia – rilevano Pd, Ipp e Rc Giubilei – “non è accettabile l’idea che chi rappresenta l’azienda che vende le mascherine e chi rappresenta l’azienda che acquista le mascherine sia la stessa persona. Si sarebbe dovuto agire con maggiore attenzione e cautela, al fine di evitare di lasciare la ben che minima ombra sull’operato di Afas”.
Visto il “mancato ravvedimento in Commissione”, le opposizioni invitano l’intero Consiglio “a considerare l’ipotesi di fare un passo indietro, perché con questo gesto sia ribadito che i membri di nomina pubblica sono tenuti sempre in prima istanza a far prevalere l’interesse di tutti”.