Una virata quasi perfetta (almeno sulla carta) quella fatta ieri dai soci di SASE – Società per il potenziamento e la gestione dell’aeroporto regionale umbro S. Egidio SpA – che si sono dati appuntamento proprio nello scalo di Perugia per rinnovare l’organo di amministrazione e decidere il futuro del terminal.
Un futuro che oggi appare molto incerto, a seguito di una gestione a dir poco discutibile del precedente CdA. Un quadriennio che ha chiuso da poco un bilancio in perdita lasciando sulla pista decisioni avventate, contratti azzardati, rapporti incrinati con ENAC e danni di immagine che sarà difficile recuperare in tempi brevi.
Per questo le aspettative sono alte per il lavoro che dovrà fare questo nuovo Consiglio e le condizioni di partenza non sono delle migliori considerando il lascito e l’emergenza Covid-19 che ha ovviamente impattato su tutto il comparto dei viaggi.
Buone notizie sul fronte della disponibilità economica, dopo che solo lo scorso giugno era stato presentato il bilancio in perdita del 2019 della SASE e un calo di produzione dell’1,8% rispetto all’anno precedente.
I soci hanno infatti deliberato di aggiungere 2 milioni di euro sul piatto dei contributi già elargiti (che oggi ammontano a circa 4 milioni e mezzo l’anno), a partire già dal 2021. Il tutto a fronte di un adeguato progetto di sviluppo dello scalo umbro.
Di fatto, questo sforzo dei soci dovrebbe essere investito principalmente nell’apertura di almeno una nuova rotta strategica che colleghi l’Umbria con un importante hub di valore internazionale. Si potrebbe ipotizzare (e auspicare) che il nuovo collegamento sarà con lo scalo di Londra Heathrow, il che vorrebbe dire poter collegare la regione con tutte le principali rotte intercontinentali, o in alternativa al più vicino aeroporto internazionale di Monaco di Baviera.
Ma quali sono le figure che andranno a invertire la rotta del “San Francesco di Assisi”?
Di nomi ne sono stati fatti molti, ma la convergenza è stata trovata ieri su 5 nomi. Resta da capire se abbiano presentato la candidatura alla manifestazione di interesse non vincolante pubblicata dal socio Sviluppumbria nei giorni scorsi. Vediamo comunque di chi si tratta:
Primo fra tutti, l’evergreen Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio di Perugia. Esponente della quota di maggioranza e forte della fiducia dell’ente che rappresenta, rilancia la sua candidatura e alza in modo sostanzioso la quota di contributo, rendendo la sua “storica” presenza praticamente irrinunciabile.
In quota fiducia della Regione Umbria arriva il primo nuovo elemento di peso del CdA il generale Stefano Orazio Panato. Con un curriculum di tutto rispetto nell’aviazione militare si presenta alla sua prima esperienza di gestione di uno scalo civile, portandosi però dietro un bagaglio di rapporti con Roma e sopratutto con ENAC, con la quale sarà necessario ricostruire un rapporto di fiducia.
A dar supporto tecnico al nuovo consiglio, sarà invece Antonello Marcucci, manager nel CdA della Umbragroup SpA, leader mondiale di componentistica ne settore aerospaziale.
Sempre dal mondo della produzione, già espressione dei giovani di Confindustria Umbria, arriva Ilaria Caporali, AD di Liomatic, azienda leader nella produzione di distributori automatici per caffè e alimentari.
Last but not least, ecco arrivare nel CdA la seconda figura “storica” della politica economica umbra, Aurelio Forcignanò, storico dg in Confindustria Umbria, oggi ex, e attuale socio in Fondazione CaRiPG.
E proprio quando sembrava trovata la quadra del nuovo tavolo, tra giovani leve e vecchi saggi, ecco uscire fuori una recente modifica nello statuto, frutto di un momento di instabilità della precedente gestione.
Lo statuto era stato infatti cambiato nel 2018, alle dimissioni Umberto Golinelli (in pieno caos Fly Volare) per consentire l’ingresso di Alessandra Granaroli: il cda deve dunque essere composto da 3 uomini e 2 donne.
Se quindi le quote rosa devono essere due, una quota azzurra deve necessariamente saltare.
Facile immaginare chi tra i più saggi e meno in “sintonia”con il nuovo progetto, potrà essere. Sul nome della quota entrante, resta ancora riserbo, anche se si parla di figura di rilievo. Resta da capire se per equilibri interni sarà sempre su indicazione di Fondazione CaRiPG.
Per questo “imprevisto”, o si potrebbe azzardare superficialità, l’assemblea di soci tornerà a riunirsi a breve, si parla di una settimana, dopo aver trovato una convergenza intorno al nuovo nome.
Una volta eletto il consiglio sarà la volta della nomina del Presidente. Ruolo che senza tema di smentita sarà affidato al generale Orazio Stefano Panato.
Settant’anni, in pensione da due e in ritiro nella sua casa in Umbria, dopo una lunga carriera nell’Aeronautica Militare. Il generale Panato è stato pilota e collaudatore di velivoli militari tra cui gli F-104, in Italia e all’estero.
Tra i vari incarichi ha diretto l’Ufficio del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, è stato vicedirettore del Sismi e Consigliere Militare presso la Rappresentanza Permanente d’Italia al Consiglio Atlantico a Bruxelles. Ha inoltre ricoperto il ruolo di Presidente del Centro alti Studi per la Difesa.
In tempi più recenti ha lavorato a fianco della Presedente Tesei durante la sua presidenza della 4ª Commissione permanente Difesa. Oggi è anche consigliere scientifico della Fondazione ICSA presieduta dal generale Leonardo Tricarico, spesso presente a manifestazioni, anche in Umbria, insieme all’ex-senatrice.
La Regione Umbria sembra quindi voler riprendere a giocare un ruolo di rilievo in questa nuova partita. Presente alla riunione la Presidente della Regione in persona. L’ente sembra aver lavorato molto in preparazione dell’incontro cercando di coordinare le posizioni, anche distanti, dei vari soci che ricordiamo essere:
La speranza è che ora, in una visione lungimirante e di sviluppo dello scalo umbro, non solo a servizio dei cittadini umbri, ma puntando a quel necessario incoming di turismo che il tessuto economico dell’Umbria tanto ha bisogno, il governo locale sia in grado di investire in modo sistemico su tutto quanto ruota attorno allo scalo aeroportuale: campagne di promozione territoriale destinate all’estero, collegamenti e link di trasporto efficienti e adeguati da e per il terminal, un adeguato offerta commerciale e di servizi all’interno dei locali dell’aeroporto oggi letteralmente desertificato.
Resta in dote a questo nuovo CdA la spinosa questione della scuola di volo.
Il contestato progetto che vorrebbe la costruzione di edifici e hangar proprio nell’area dello scalo aeroportuale, non solo avrebbe un impatto architettonico rilevante sullo sfondo dello skyline di Assisi, una delle immagini iconiche dell’Umbria, ma sta presentato degli elementi poco chiari per quanto riguarda i titolari e le fonti di finanziamento dell’operazione.
Un progetto che non sembra piacere neanche a ENAC, che avrebbe chiesto chiarimenti prima di avallare i lavori.
Presente alla riunione di ieri, anche in Sindaco di Assisi Stefania Proietti che, come già sollevato nei giorni scorsi, ha ribadito la posizione della città di San Francesco. “Assisi è comune confinante, quindi molto coinvolto e sensibile a qualsiasi operazione di cementificazione”
Oggi la palla passa alla conferenza dei servizi dove la scuola di volo sarà uno dei temi caldi sul tavolo.