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Aeroporto Perugia, tanto tuonò che piovve! A rischio attività operativa

Non è servito Socrate (autore della famosa frase “tanto tuonò che piovve”) a decretare lo stato di crisi “metereologica” dello scalo aeroportuale umbro San Francesco d’Assisi.

Sono state invece le relazioni scritte nero su bianco del Collegio Sindacale di SASE (Ente di gestione dell’aeroporto di Perugia) e dalla Società di Revisione del Bilancio, la Ria Grant Thornton.

Il bilancio 2019

L’occasione, il consueto appuntamento per la chiusura del bilancio di esercizio 2019. Documento contabile chiuso con una perdita di 215.647,00 euro, ripianata per 213.192,00 euro attingendo alla Riserva Straordinaria e per 2.455,00 euro attingendo alla Riserva Legale.

La Riserva Legale! Insomma, raschiando il fondo del barile.

Cosa dicono dunque di nuovo i controllori della società che governa lo scalo umbro sulla gestione per l’anno di riferimento 2019? Proprio nulla. O meglio nulla che già non fosse scritto nei dati degli anni precedenti, spesso strombazzati (le mitiche note stampa di SASE) con squilli di trombone per far sembrare la musica roboante.

Solo un dato può essere considerato, impropriamente, nuovo: ovvero l’ammissione che i crediti in contenzioso e ancora da riscuotere (e si parla ovviamente anche dei 250 mila euro in sospeso nella epica vicenda Fly Volare), sono diventati una zavorra per la SASE.

E come sempre accade in questi casi, la richiesta degli organi di controllo ai soci è di ricapitalizzare la baracca, pena la possibile sospensione operativa.

La nota ufficiale di SASE sul bilancio

L’assemblea dei soci della SASE S.p.A. Società di gestione dell’Aeroporto internazionale dell’Umbria Perugia si è riunita oggi per la presentazione del bilancio per l’esercizio del 2019.

Il risultato della produzione mostra un leggero calo (-1,80%) rispetto al 2018, dovuto principalmente ad alcune rotte che sono state dismesse nel 2019 ed in parte recuperate dai nuovi voli quali Malta e Milano Linate.

Ha mantenuto comunque un MOL positivo nonostante la diminuzione del contributo marketing per lo sviluppo dei voli. Sul fronte degli investimenti sono stati realizzati interventi sul terminal (PUA), che ha migliorato operatività dello scalo e servizi offerto ai passeggeri e alcune spese straordinarie legate al rifacimento della pista.

Il risultato di esercizio ancorché negativo trova pienamente copertura dalle riserve generate con gli ultimi pregressi esercizi. Il bilancio 2019 risulta complessivamente in sostanziale pareggio per il terzo anno consecutivo. L’assemblea dei soci ha approvato all’unanimità il bilancio del 2019.

Infine, è stata rinviata la nomina dell’organo amministrativo e della società di revisione del bilancio entro i termini consentiti dalla legge e su richiesta dei due soci di maggioranza.

La crisi

Qui stavolta non centrano i voli, le compagnie aeree o le mancate opportunità di stringere accordi vantaggiosi con le stesse, le scuole di volo fatte con tanto cemento o i cambi di destinazione d’uso dell’area aeroportuale votati in Consiglio Comunale a Perugia nella strana “santa alleanza” tra destra e sinistra.

Questa è una crisi che viene da lontano, dopo i primi copiosi rifinanziamenti societari nei primi anni del 2000 da parte dei soci pubblici. Crisi che si è trasformata in una rincorsa al pareggio di bilancio, dopo aver usato quei denari in gestioni che andrebbero ritirate fuori fino all’ultima fattura e scontrino.

Uno stallo tutto legato alla liquidità. Il pentolone della minestra è vuoto e la causa è da addebitare a precisi errori di gestione e alla mancanza di sorveglianza da parte dei soci istituzionali.

Perché quando c’è da riprendere chi sbaglia, sopratutto con i soldi pubblici, la cosa va fatta e subito, affinché non passi indisturbato il messaggio che Pantalone paga sempre.

Assenza delle Istituzioni e il CdA inamovibile

E invece, atteso che la vecchia politica ha tollerato ampiamente l’attuale CdA, cosa combinano le istituzioni nuove di zecca in Regione? Acconsentono ad una ulteriore proroga del CdA di SASE fino a fine luglio 2020 (il CdA era già scaduto a giugno 2019 e prorogato di un anno), affinché lo stesso valuti i curricula dei candidati amministratori in pectore, prima del rinnovo.

In un qualsiasi paese del mondo civilizzato, non certo l’Italia, simili amministratori sarebbero stati confinati a mansioni meno pretenziose, non so tipo…lucidare le maniglie delle porte o vuotare i cestini della carta. E invece a Perugia, Umbria, non solo i magnifici godono ancora appieno del loro emolumento annuo o per frazione di anno (35mila euro il presidente e 10mila i consiglieri), ma gli viene rinnovata la fiducia a tempo.

La buttiamo lì: ma una bella azione di responsabilità e conseguente richiesta di recupero dei danni, magari sull’affaire Fly Volare (visto che almeno stavolta è stato scritto a inchiostro nerissimo che è uno dei veri problemi), non sarebbe auspicabile secondo i soci pubblici di SASE, Camera di Commercio e Sviluppumbria (più del 70% del capitale)?

Il finto problema del Covid

“Eh, ma c’è stata la crisi da Covid-19!”. Qualcuno, nei giorni scorsi, ha provato ad ammorbidire la faccenda tirando fuori la regina di tutte le disgrazie: la pandemia da Covid-19.

Ma visto che gli organi di controllo certificano la situazione contabile della SASE al 31-12 2019, vorremmo capire come fa il Coronavirus a essere una scusante.

Forse perchè trattasi di virus a trasmissione aerobica? Insomma qualcosa di aereo c’è lo stesso.

Gli scenari post Covid

Arriva intanto una informativa dell’Enac che fa intravedere quali potrebbero essere i problemi da affrontare in futuro.

Nello specifico l’Italia vieta ufficialmente il bagaglio a mano a bordo degli aerei: niente più bagagli ingombranti, trolley o zaini nelle cappelliere degli aerei. Sarà possibile portare con sé soltanto piccole borse che verranno poi riposte sotto i sedili. Tale divieto, che verrà applicato da oggi 26 giugno in tutti i voli nazionali ed internazionali in partenza o in arrivo in Italia.

Il tutto mentre riprendono i voli da Perugia.

Nella speranza che in un sussulto di dignità si possa anche evitare la paralisi dell’aeroporto di Perugia a causa del tergiversare da rinnovo CdA.