Perugia

Aeroporto Perugia, nubi all’orizzonte con il piano nazionale Enac | Il socio Camera di Commercio paga contributo annuo

Nonostante l’aumento del traffico passeggeri, con numerosi record percentuali abbattuti nel 2022 e i soci soddisfatti come la Camera di Commercio, che ha da poco dato corso al pagamento del proprio contributo annuo, all’orizzonte spunta qualche nube sulle sorti dell’ Aeroporto di Perugia. Nubi che vengono direttamente dall’Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile).

Secondo un documento di programmazione in preparazione presso l’Ente nazionale, sarebbero tredici le «reti» di aeroporti che rimarrebbero attive in Italia. Quattordici scali di «particolare rilevanza strategica», altri ventisei di «interesse nazionale», tre hub per i voli intercontinentali che potrebbero salire a quattro. Per l’Italia si va verso la stesura del nuovo «Piano nazionale degli aeroporti» da qui al 2035 e che aggiornerebbe quello precedente.

L’intenzione è quella di raggruppare gli impianti su base territoriale e stabilendo per ciascun nucleo uno scalo di riferimento mentre gli altri serviranno come «riserva di capacità»: quando si satura l’aeroporto principale il traffico aggiuntivo verrebbe scaricato sulle altre strutture.

Sarebbe intenzione dell’Enac porre dei freni allo sviluppo senza sosta di scali come Bologna, Napoli e Palermo che non possono crescere all’infinito.

Per quanto riguarda dunque la cosidetta Rete Centrale (centro-est), secondo il nuovo piano Enac, Ancona manterrebbe la caratteristica di scalo strategico e a suo supporto accorrerebbero Pescara e Perugia.

Un vero cambio di direzione rispetto alle intenzioni recenti manifestate dai soci del San Francesco d’Assisi che puntavano ad un vero sviluppo strutturale e di servizio, soprattutto in funzione delle necessità di una Regione a fortissima vocazione turistica. Non rresta che attendere che Enac metta nero su bianco le sue intenzioni.

Camera di Commercia paga il contributo annuo

La Giunta della Camera di Commercio dell’Umbria ha dato mandato all’unanimità al Segretario Generale dell’Ente Camerale, Federico Sisti, di procedere alla liquidazione del contributo in conto esercizio previsto per il triennio 2022-2024 a favore della partecipata Sase S.p.A., La Società che gestisce l’Aeroporto internazionale dell’Umbria “San Francesco di Assisi. La somma ammonta a 508mila 200 euro annui.

Va ricordato che, il 26 aprile scorso, l’Assemblea dei soci ha deliberato – con una maggioranza di voti pari al 93,68% del capitale sociale (voto contrario solo del Comune di Perugia che, pur apprezzando la progettualità del Piano, ha motivato la sua scelta in base alla contingente indisponibilità nel proprio bilancio della quota di risorse finanziarie richieste) – l’approvazione del Piano di Risanamento e Sviluppo 2022-2024 (Piano industriale) predisposto dal CdA. I soci hanno condiviso la valutazione sull’importanza strategica dell’Aeroporto per lo sviluppo dell’economia regionale, prendendo atto che alcune stime riportano che (qualora si raggiungano i flussi di passeggeri e si attivino le rotte previste nel piano) il turismo incoming può avere ricadute sul territorio regionale di circa 55/65 milioni di euro nel 2022 fino ad arrivare a 90/100 milioni di euro nel 2024.

Cosa prevede il Piano industriale

Il Piano industriale relativo allo Scalo umbro prevede, in estrema sintesi, di incrementare il numero delle rotte ed il flusso dei passeggeri – passando da 264.820 (anno 2022) a 345.143 (anno 2023) e a 412.977 (anno 2024). Per garantire un Ebit (Earnings before Interest & Tax, ossia di risultato aziendale ante oneri finanziari – tasse e interessi – ) positivo nel triennio di riferimento, è previsto un apporto annuale dei soci pari a 6.082.000 euro, di cui 5.000.000 a carico di Sviluppumbria S.p.A. e i rimanenti 1.082.000 a carico degli altri soci, da ripartirsi in proporzione alla propria quota di partecipazione al capitale sociale.

La Dichiarazione del Presidente Mencaroni

La Camera di Commercio, prima di Perugia e poi dell’Umbria, ha sempre creduto alle potenzialità dell’Aeroporto umbro ed è sempre stata in prima fila nel sostegno e nella promozione della sua attività, impegnando negli anni somme importanti – afferma il Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni – La nostra approvazione del Piano industriale presentato dal CdA, e di conseguenza l’impegno finanziario relativo al contributo in conto esercizio, dimostra che continuiamo a crederci, convinti come siamo da sempre che la presenza di uno scalo aeroportuale rappresenti una grande opportunità per lo sviluppo economico dell’intera regione attivando connessioni, opportunità, ritorni – si pensi solo al turismo – potenziando l’apertura di tutto il sistema economico-imprenditoriale e anche del sistema sociale. D’altronde, l’impegno sull’Aeroporto da parte della Camera viene da lontano. Basti ricordare il ruolo di primo piano che l’allora Camera di commercio di Perugia ha avuto, a partire dagli anni Sessanta, nella battaglia perché l’Umbria fosse dotata di un Aeroporto civile. Non c’è tappa di quel percorso, per nulla facile, in cui la Camera di Commercio non sia stata in prima fila. Non a caso il 14 dicembre 1977, quando finalmente decollò il progetto con la Costituzione della Sase S.p.A, tra i principali soci fondatori c’era l’Ente Camerale di Perugia”.

Un pò di storia

L’esigenza di avere un Aeroporto è presente nell’animo del territorio da molto lontano.

Dopo una gestione iniziata oltre 10 anni prima, nel 1929 si costituisce a Perugia la sezione provinciale del “Reale Aeroclub d’Italia”. Tanto che, quando nel 1930 il Governo sostiene le iniziative aeronautiche, Perugia pensa al suo Aeroporto.

L’Aeroporto di Sant’Egidio (ora San Francesco d’Assisi) risale alla fine degli anni Trenta, quando il Ministro della Regia Aeronautica, Italo Balbo, si interessa perché sia costruito a Perugia uno Scalo militare. L’opera, dopo due anni di lavori, viene inaugurata il 28 ottobre 1938.

Durante la Seconda Guerra Mondiale l’Aeroporto di Sant’Egidio viene destinato a base degli aerei della Luftwaffe per organizzare raid contro le forze alleate sbarcate ad Anzio e Nettuno. Lo scalo viene bombardato più volte e in modo pesante dall’Aviazione alleata.

Dopo la guerra, il ricostituito Aeroclub di Perugia si occupa fin dal 1949 della ricostruzione dello Scalo.

Lo sforzo dell’Aeroclub coglie un risultato cruciale nel 1961, quando la Direzione Generale dell’Aviazione Civile abilita l’Aeroporto di Sant’Egidio al traffico turistico nazionale. Tra i primi promotori dell’attività commerciale dello Scalo c’è la Camera di Commercio di Perugia che promuove, in collaborazione con l’Aeroclub, la realizzazione di voli e di un servizio aereo con scalo all’Aeroporto di Sant’Egidio da affidare alla Società Aeralpi. Nel 1968 si inaugurano le nuove linee di volo, ma l’intero progetto naufraga per la misteriosa morte del Presidente della Aeralpi.

Dopo vari tentativi, finalmente il 14 dicembre 1977 ‘decolla’ il progetto per la costituzione, tra i maggiori enti pubblici e privati, di una Società per azioni che promuova lo sviluppo dello Scalo: nasce la Sase (Società aeroportuale Sant’Egidio S.p.A). Nominato il proprio rappresentante nel CdA della Sase, nel corso degli anni l’Ente Camerale contribuisce con determinazione e costanza alle spese di gestione dello Scalo e sostiene la patrimonializzazione della Società.

– – Nel luglio 1981 vede finalmente la luce il progetto di realizzazione della rotta Perugia-Milano-Perugia.