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#adumbria2015, l’Italia di mezzo parla digitale

Sara Cipriani

#adumbria2015, l’Italia di mezzo parla digitale

Firma del protocollo tra Umbria, Marche, Emilia Romagna, Lazio e Toscana | I risultati dei focus group: “La rete nella vita concreta”
Lun, 23/03/2015 - 20:44

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Un marzo digitale, quello che ha toccato il suo apice questa mattina in una magnifica, partecipata Sala dei Notari, con l’evento “#AdUmbria2015”, organizzato dalla Regione e dalla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica. Un percorso partito all’inizio del mese con 5 focus group resi possibili dall’incontro di esperti e società civile, su 5 temi in cui ‘digitale’ vuol dire ottimizzare, migliorare, camminare insieme, imparare, scoprire, conoscere, sapere, comunicare la stessa lingua.

Queste le tappe in un roadshow che ha attraversato tutta l’Umbria:

  • Competenze digitali/e-inclusion a Orvieto con Salvatore Marras;
  • Qualità della vita e salute a Foligno con Paolo Colli Franzone;
  • Infrastrutture tecnologiche e digitali a Città di Castello con Alfonso Fuggetta; 
  • Cittadinanza e diritti esigibili a Perugia con Donato Limone;
  • Sviluppo per la competitività a Terni con Maria Rita Fiasco.

A coordinare tutte e 5 tappe un brillante e versatile Stefano Epifani, professore alla Sapienza di Roma, che oggi ha presentato i risultati e le riflessioni nate dai vari confronti. “Muoversi sul territorio serve a conoscerlo” ha detto il professore ribadendo che la vera protagonista di questi incontri è stata la società civile”.

A riassunto della sua esperienza itinerante, oltre alla forse ormai scontata necessità di maggiori infrastrutture e libero accesso a connessioni veloci, l’urgenza più grande che è emersa è quella della mancata di consapevolezza dei benefici che gli strumenti digitali possono portare. Gli strumenti che già ci sono, quelli che verranno e quelli che noi come cittadini potremmo chiedere, se ne avessimo consapevolezza.

“Il vero problema dell’agenda digitale è la dimensione del coordinamento tra Enti coinvolti e cittadini” ha sottolineato Epifani L’agenda digitale non si costruisce da soli, ma attraverso confronto, collaborazione e partecipazione. Servono luoghi strutturati e permanenti di dialogo con territori. Servono nuovi modelli per la formazione sul digitale”.

Il digitale è uno strumento. Il digitale non serve al digitale” ha spiegato in conclusione del suo intervento, invitando tutti, istituzioni e cittadini, a “portare la rete fuori dalla rete, nella vita concreta, come strumento per cambiare le cose”.

Ad aprire i lavori della giornata, era stato l’intervento della presidente della Regione, Catiuscia Marini: “Il digitale ha già cambiato il mondo, l’economia e la società. Oggi, in questa importante giornata di lavoro siamo chiamati ad evidenziare le buone pratiche di attuazione delle politiche del digitale, ma anche a sperimentarne e ad inventarne di nuove per un pieno ed intelligente utilizzo delle tecnologie, come fattore di cambiamento, sviluppo e competitività delle nostre comunità”.
L’Agenda digitale dell’Umbria – ha proseguito Marini – si articola in obiettivi strategici relativi alla capacità di assicurare infrastrutture digitali per il sistema pubblico e privato regionale, cittadinanza e diritti esigibili, sviluppo di competenze digitali e inclusione sociale per combattere le marginalità, offrire maggiore competitività dei territori, da un punto di vista culturale, produttivo ed occupazionale, e migliore qualità della vita e della salute dei cittadini.

Le conclusioni della Presidente hanno poi posto l’accento sul vero evento della giornata ossia la firma del protocollo di intesa, rigorosamente digitale, tra cinque Regioni italiane, Umbria, Emilia Romagna, Lazio, Marche e Toscana e AgID (Agenzia per l’Italia digitale) per una crescita digitale comune e che soprattutto parli la stessa ‘lingua’.

Il Protocollo che sigliamo stamani pone le Regioni al centro del processo per l’attuazione dell’Agenda digitale nel nostro Paese” ha affermato l’assessore regionale all’Innovazione ed Agenda digitale, Fabio Paparelli. All’incontro è intervenuto il sottosegretario di Stato per la Semplificazione e la PA, Angelo Rughetti, che ha evidenziato come l’innovazione tecnologica rappresenti uno dei perni intorno ai quali ruota il cambiamento che, prima di tutto, è culturale. Ponendo l’accento su uno dei temi più attuali e sentiti del momento: Digitalizzazione significa tracciabilità, la migliore strada per eliminare la corruzione”.

Le Regioni – ha aggiunto l’assessore Paparelli nel suo intervento – diventano lo strumento per portare l’innovazione sul territorio. Con il digitale si vuole favorire l’apertura delle pubbliche amministrazioni e dei servizi attraverso lo sviluppo di open data, open source, open access ed open gov, che vuol dire amministrazione aperta, semplificazione e trasparenza, partecipazione e collaborazione civica”.

Grazie al protocollo firmato oggi, e che ha una durata di 3 anni, le Regioni potranno sfruttare in modo congiunto le infrastrutture digitali – reti pubbliche e data center pubblici regionali – ricercando l’integrazione dei relativi progetti e servizi erogati al fine di massimizzare i risultati finali ed il loro benefici. L’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) accompagnerà questo processo di crescita garantendo la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale italiana in coerenza con l’Agenda digitale europea e contribuendo alla diffusione dell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Durante la mattina intensa di interventi e lavori ha avuto luogo anche una tavola rotonda sul tema La strategia digitale nazionale, il ruolo dell’Università delle regioni per fabbricare competenze e diffondere buone pratichea cui hanno preso parte relatori di alto rilievo comeStefano Quintarelli, Deputato e Presidente del Comitato di Indirizzo AgID, Roberto Moriondo, Rappresentante delle regioni nel Comitato di Indirizzo AgID Marco Bani, Dirigente AgID, e il professorGiuseppe Liotta, Ordinario del Dipartimento di Ingegneria UniPg, coordinati dal professor Donato Limone docente UniTELMA Sapienza.

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