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ADOTTATO IL PIANO DI CLASSIFICAZIONE ACUSTICA A NORCIA

Nella seduta di ieri pomeriggio, il Consiglio comunale di Norcia ha adottato all'unanimità il Piano di classificazione acustica.

“Con l'entrata in vigore della ‘Legge quadro sull'inquinamento acustico' n. 447 del 1995 – ha affermato l'assessore ai lavori pubblici Giancarlo Troiani, introducendo l'argomento all'assise – vengono fissate tra le competenze dei Comuni quella di predisporre i ‘Piani di classificazione acustica' secondo i criteri forniti dalle rispettive Regioni di appartenenza e conformemente ai limiti stabiliti dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1 marzo 1991, che impone ai Comuni di suddividere il territorio in classi acustiche in funzione della destinazione d'uso delle varie aree (residenziali, industriali, ecc.), stabilendo poi, per ciascuna classe, i limiti delle emissioni sonore tollerabili”. “Alla disposizione statale – ha spiegato – hanno fatto seguito la legge regionale 8/2002 e il suo regolamento attuativo 1/2004 riguardanti ‘Disposizioni per il contenimento e la riduzione dell'inquinamento acustico' che prevedono appunto l'adozione da parte dei Comuni del ‘Piano di classificazione acustica' entro dodici mesi dalla pubblicazione del bollettino ufficiale della Regione”. La redazione del Piano di classificazione acustica del Comune di Norcia, per la quale la Regione Umbria ha concesso un contribuito di 3mila euro, è stata curata dallo studio “Sicurezza Ambiente e lavoro Toscana Umbria” (SALTU) di Arezzo ed è stato lo stesso ingegnere Domenico Falini incaricato per la progettazione ad illustrane dettagliatamente i contenuti.

“Il DPCM 14/11/97 – ha spiegato – prevede la classificazione del territorio in sei classi e per ciascuna di esse fissa i valori massimi di rumore che può essere emesso da una sorgente sonora o immesso nell'ambiente esterno, nonché i valori cosiddetti ‘di qualità' da conseguire nel breve, medio e lungo periodo per realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla legge. Nella prima classe – ha proseguito – rientrano le aree particolarmente protette; nella seconda le aree destinate ad uso prevalentemente residenziale (interessate da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività artigianali ed industriali); nella terza le aree di tipo misto (con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali e artigianali e assenza di quelle industriali, nonché interessate da attività che impegnano macchine operatrici); nella quarta le aree di intensa attività umana (con intenso traffico veicolare, alta densità di popolazione, elevata presenza di attività commerciali, artigianali, anche in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee industriali, con limitata presenza di piccole industrie; nella quinta le aree prevalentemente industriali (interessate da scarsità di abitazioni) e infine nella sesta le aree esclusivamente industriali (prive di insediamenti abitativi).

I valori di qualità per le singole classi sono attestati a 47-37 decibel per la prima; 52-42 per la seconda; 57-47 per la terza; 62-52 per la quarta; 67-57 per la quinta e 70 per la sesta”. Il Piano di classificazione del nursino, che è stato redatto in stretta collaborazione con l'ufficio tecnico comunale, ha evitato le classificazioni estreme, riconducendo il territorio comunale nelle classi 2, 3, 4 e 5. “La classe 1 è stata evitata – ha spiegato Falini – perché in tutto il territorio possono essere effettuate attività come il taglio del bosco, manutenzione e turismo, non compatibili con tale classe. Stessa constatazione per la classe VI, non esistendo sul territorio aree esclusivamente industriali”. In classe 2 sono inseriti gli istituti scolastici, l'ospedale, l'istituto “Lombrici” e l'asilo nido, ma anche le attività collinari o montuose con minore presenza di macchine operatrici; in classe 3 i centri abitati e le attività agricole in territori pianeggianti con presenza di macchine operatrici; in classe 4 la zona della cava e in classe 5 la zona artigianale-industriale del capoluogo. “Con questo Piano – ha sottolineato Falini – abbiamo cercato di trovare un equilibrio tra la salvaguardia e il comfort ambientale da una parte e la tutela dello sviluppo delle varie attività produttive dall'altra”. Ora il Piano sarà partecipato dal Comune con gli Enti sovraordinati, sarà trasmesso all'ARPA (Azienda Regionale di Protezione Ambientale) e al Parco Nazionale dei Monti Sibillini, per tutte le controdeduzioni del caso. Al termine di questa fase ci sarà un eventuale aggiornamento del documento prima della sua approvazione definitiva da parte del Consiglio.