Nel 2010 l'Agenzia per il diritto allo studio dell'Umbria (Adisu) ha erogato complessivamente 5.924 borse di studio: per 1.928 (un terzo degli studenti aventi diritto) ripartendo i fondi erogati dal Stato in base a criteri rigidi fissati dal ministero; per i restanti due terzi (3.996) monetizzando in parte alcuni servizi essenziali come i posti letto disponibili nei vari collegi e i pasti forniti dalle mense universitarie”.
Lo ha detto a Palazzo Cesaroni, nel corso di una audizione della terza Commissione consiliare, il professor Maurizio Oliviero amministratore unico dell'Adisu, precisando che questo risultato, difficile da confermare nell'anno accademico appena iniziato, è stato raggiunto nel 2010 grazie ai fondi aggiuntivi assicurati dalla Giunta regionale per 3,5milioni di euro, ad alcune economie interne all'ente e sopratutto introducendo il criterio, unico caso in Italia, di sopperire al taglio drastico dei trasferimenti statali al settore, con il ricorso ad una erogazione di servizi, in sostituzione anche parziale di somme individuali.
Al termine della audizione sui contenuti della “Relazione sugli obiettivi programmatici dell'ente, sullo stato qualitativo e quantitativo dei servizi erogati” che verrà portata all'esame della Assemblea consiliare, il presidente della terza Commissione Massimo Buconi ha chiesto a Oliviero di integrare il testo della relazione con le considerazioni fatte in terza commissione e di precisare alcuni aspetti relativi alla distinzione fra le borse di studio erogate con i criteri rigidi richiesti dal ministero e quelle sostitutive assicurate dall'Adisu.
Nella sua relazione Oliviero ha detto che la scelta di erogare borse di studio in servizi piuttosto che in soldi, a tutti gli studenti universitari aventi diritto per merito, frequenza di esami e reddito, “rappresenta l'operazione più importante fatta dall'Adisu negli ultimi dieci anni: una scelta risultata decisiva per trattenere a Perugia molti studenti di fuori sede, resa possibile dal fatto che l'ente regionale per il diritto allo studio si è dato un ricco patrimonio di alloggi e servizi di qualità e che è stato in grado di dare risposte certe e tempestive, già dal mese di settembre. Nel merito delle razionalizzazioni interne all'Adisu per poter disporre di maggiori risorse, Oliviero ha citato: risparmi sul personale, con la rinuncia ad assunzioni (41 dipendenti in servizio a fronte dei 98 in organico), la rinuncia a una quota di produttività per i dipendenti decisa con il consenso degli stessi, una lotta all'accertamento dei redditi degli studenti, condotta in accordo con la Guardia di Finanza e perfino economie sul riscaldamento delle sedi.
Dopo aver ricordato che, grazie alla “virtuosità della gestione dell'Adisu”, riconosciuta e premiata dal Ministero con lo sblocco di tre milioni di euro da destinare ad ulteriori ristrutturazioni di alcuni collegi universitari, Oliviero ha citato il ruolo di “intermediario” esercitato dall'Adisu, in collaborazione con affittacamere e Camera di Commercio di Perugia, sul mercato degli affitti e sulla qualità degli alloggi dati in locazione dai privati. Si tratta, ha concluso, di dare all'Adisu un nuovo profilo, nella consapevolezza del suolo che hanno la qualità dei servizi, diretti ed indiretti, per poter assicurare anche per il futuro una presenza costante degli studenti di fuori sede in Umbria.