“Con una progressività delle aliquote, che, mantenendo invariato il gettito fiscale complessivo, salvaguarda le fasce più deboli, tutela il ceto medio e chiede un ragionevole e sostenibile sforzo, senza alcuna ‘stangata’, alle fasce di reddito superiori, la Regione dell’Umbria ha scelto la strada dell’equità”. Lo ha detto la presidente della giunta regionale Catiuscia Marini, nel corso di una conferenza-stampa tenutasi stamani presso la Sala Fiume di Palazzo Donini, convocata insieme all’assessore regionale al bilancio per illustrare, all’indomani dell’approvazione da parte dell’esecutivo, la rimodulazione delle aliquote dell’addizionale regionale all’Irpef, la cui proposta (che dovrà ora essere esaminata e discussa dal Consiglio Regionale) era stata approvata nella seduta di giunta di ieri. “È una politica – ha aggiunto Catiuscia Marini – progressista e di centro-sinistra”. Alla domanda di un giornalista a proposito della “fotografia” dell’Umbria che emerge dagli scaglioni di reddito nel quadro della rimodulazione delle aliquote Irpef (in cui solo il 2,01 per cento guadagna fino a 75 mila euro e solo il 2,05 per cento oltre i 75 mila), la presidente ha risposto che “si tratta di una ‘fotografia’, su cui deve interrogarsi la politica e la società”.
Ricordando come il gettito fiscale proveniente dall’addizionale regionale Irpef (18,2 milioni di euro) sia destinato alle politiche dei servizi, Catiuscia Marini ha sottolineato il grande lavoro compiuto dalla Regione Umbria sul fronte dei tagli di spesa (una “spending review”, sulla quale è stato consegnato alla stampa uno specifico documento, insieme ad una serie di tabelle sulla rimodulazione delle aliquote Irpef, che trasmettiamo in allegato, Ndr). “La nostra è una politica di grande responsabilità sociale – ha detto -; in questa difficile fase economica e sociale, la Regione ha dimostrato di avere tutte le carte in regola”.
Come era stato anticipato nella serata di ieri e come è stato ripetuto (nel nome di una “informazione corretta”) dall’assessore Bracco, le aliquote dell’addizionale regionale sono state rimodulate, mantenendo l’invarianza del gettito fiscale, ma riducendone il carico sulle fasce reddituali più deboli, e rideterminandole per scaglioni di reddito. A differenza degli anni scorsi, quando l’addizionale regionale Irpef fu disciplinata per la prima volta nel 2001 e quantificata dalla Regione nello 0,2 per cento, da applicarsi all’intero reddito (con esclusione di quelli del primo scaglione), l’imposta verrà ora calcolata in modo progressivo sulle quote eccedenti i tetti dei singoli scaglioni.
In questo modo risulteranno beneficiati coloro che dichiarano un reddito fino a 30 mila euro l’anno, e che rappresentano circa l’80 per cento del totale dei contribuenti. Saranno i contribuenti con un reddito dichiarato superiore ai 75 mila euro a sostenere il peso maggiore della rimodulazione delle aliquote.
L’addizionale regionale Irpef è stata modulata, rispetto all’aliquota di base vigente, secondo i seguenti punti percentuali e scaglioni di reddito: a) fino a 15 mila euro, non si registra alcuna maggiorazione; b) da 15 mila a 28 mila euro, la maggiorazione (calcolata sulla parte eccedente i 15 mila euro) è pari allo 0,40 per cento; c) da 28 mila a 55 mila (per la parte eccedente i 28 mila euro), la maggiorazione è dello 0,45; d) dai 55 ai 75 mila (per la parte eccedente i 55 mila) sarà pari allo 0,50; e) oltre i 75 mila euro (per la parte che eccede tale cifra), la maggiorazione sarà dello 0,60 per cento.