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Addio Emma, cane eroe del soccorso alpino dell’Umbria | La Storia

Emma non c’è più. Un addio che ha commosso un intero reparto del soccorso alpino e speleologico umbro. Domenica sera Emma, il primo cane femmina brevettata in superficie e a tutti gli effetti tecnico dell’unita cinofila, ha lasciato per sempre i suoi colleghi, umani e canini, colpita da una malattia. E quella brutta malattia ha spezzato quel dolce legame che c’era con i suoi compagni di squadra con cui ha seguito tracce e individuato odori, accorrendo in soccorso di qualcuno.

Volevamo approfondire l’argomento, raccontando le storie che hanno visto Emma protagonista delle operazioni di salvataggio, in vicende bellissime fatte di volontariato, di amore per la natura e per i cani. Ci sarebbe piaciuto spiegare l’impegno nel salvare vite umane da parte delle unità cinofile, in una grande avventura vissuta nel rapporto speciale che si costituisce tra una persona e il cane. Sono tante le storie che avremmo voluto farci raccontare su Emma e sulle operazioni di soccorso che ha portato a buon fine,  ma per questo ci vorrà che prima passi il dolore da parte dei compagni di avventura. Ad oggi il loro silenzio nel ricordarla dice molto di più.

Per entrare a far parte dell’unita cinofili del soccorso alpino, uomo e cane devono affrontare un lungo addestramento che prevede una formazione preparatoria per la ricerca di dispersi in ambiente impervio, fiore all’occhiello del corpo nazionale. L’unità cinofila è un binomio inscindibile, per cui il conduttore può lavorare solo con il suo cane così come il cane può lavorare solo con il suo conduttore. Ogni anno poi per mantenere l’operatività è necessario partecipare ad un evento che la scuola nazionale organizza per la verifica, consistente in un “simulato di ricerca”. La specializzazione di questa straordinaria coppia Cane-Uomo obbliga ad allenamenti giornalieri di “conduzione” e quindicinali di attività su campo che permettono un livello eccellente in termini di operatività.

Un percorso di lavoro in cui il cane e il compagno di squadra stabiliscono un legame così forte da renderlo l’uno il sostegno dell’altro. Proprio come tra amici, tra fratelli, così uniti da un’emozione che per comunicare bastano sguardi. Fiducia, prima di tutto, ma anche amore. Il cane da ricerca è innanzitutto un compagno di vita, obbediente e coraggioso che sa arrivare dove l’intervento umano diventa difficoltoso: una fitta boscaglia, una valanga o tra le macerie.

Emma, con quel bel musino color champagne e con quel suo sguardo sveglio, sempre pronta a tutto, rimarrà nei cuori dell’unita di soccorso alpino e delle tante vite salvate. Ciao Emma.