Perugia

Addio cara Nord, tra nostalgia, speranze e domande VIDEO

Ogni colpo della pala meccanica che frantuma i gradoni della Curva Nord rimanda a ricordi. Su quei gradoni, realizzati nel 1975 dalla Vibrocemento di Elvio Temperini per lo stadio del Perugia che aveva conquistato la Serie A, in quasi 50 anni i tifosi del Grifo hanno saltato per incitare la squadra, esultato ai gol di Vannini, Ravanelli, Nakata e Negri, versato lacrime per le amare delusioni. Un cuore che ha pulsato, quasi che cemento e acciaio fossero un organismo vivo. Un organismo stanco e logo, però, dopo quasi 50 anni, senza aver ricevuto, nel tempo, le opportune cure.


La Nord come il Muro di Berlino:
processione al Curi per uno storico souvenir


Le operazioni di rimozione e di frantumazione dei gradoni sono vegliate da alcuni tifosi storici. E ogni tanto qualche altro tifoso arriva in processione e assiste in religioso silenzio. Un braccio meccanico rimuove i gradoni uno a uno e li posa sul piazzale. Dove, una volta smontati i seggiolini rossi, sono sbriciolati dalla pala meccanica.

In due giorni di lavoro, della Curva Nord così come l’abbiamo conosciuta per quasi mezzo secolo resta soltanto lo scheletro. Malato, anch’esso. Come può vedere anche un occhio non esperto. Per questo anche la struttura in acciaio, realizzata dalla Sicel di Spartaco Ghini per uno stadio realizzato all’epoca in modo avveniristico per tecnica e tempi di realizzazione, verrà sostituita. Così da poter ridare alla Curva Nord la sua piena capienza. E consentire ai tifosi del Grifo di poter saltare di gioia, in sicurezza. In Curva Nord e in futuro nel resto dello stadio Curi. Che resterà una struttura vecchia, per la concezione, spartana e per molti aspetti scomoda. Ma almeno sicura. In attesa che qualcuno, magari, investa per realizzare quel nuovo stadio che la città di Perugia, non solo la tifoseria, meritano.


Alvini, Castori, tifosi, mercato del Grifo:
Santopadre a ruota (quasi) libera