Claudio Bianchini
Non è stata una semplice operazione di trasporto, quella che in tarda mattinata, intorno alle una, ha riportato l'opera di Raffaello sul camion diretto a Roma verso i Muesi Vaticani. E' stata più che altro una cerimonia d'addio, per certi versi anche toccante e commuovente. Un pò come quando familiari ed amici si ritrovano per congedarsi da una persona cara, manifestandogli al tempo stesso vicinanza, gratitudine per la visita e speranza nel ritorno.
Massima sicurezza – Stamattina la 'Madonna di Foligno' è stata accuratamente riposizionata all'interno della speciale teca di custodia, un altro gioellino del settore, considerando che è realizzato con materiali e tecnologie uniche in Europa. Poi la preziosa opera è stata fatta uscire dalla chiesetta del convento di Sant'Anna e sistemata all'interno del camion posizionato lungo la centralissima via Garibaldi, il tutto sotto gli occhi attenti dei responsabili dei Musei Vaticani, della sorveglianza e delle forze dell'ordine.
La commozione delle suore – In prima fila, il vescovo di Foligno monsignor Gualtiero Sigismondi che ha seguito l'intera operazione sin dall'inizio e per tutta la durata dell'esposizione. E non si sono mai allontanate dalla 'loro Madonna' nemmeno le suore francescane che in questi giorni hanno aperto le porte del loro convento a migliaia di cittadini, autorità e personaggi di primo piano a livello nazionale. C'è scappata persino qualche lacrimuccia.
Un 'caso nazionale' – Ed ora che il secolare portone ligneo è stato richiuso, è già tempo di tracciare il bilancio di un evento che è già storia, tanto da diventare un 'casa nazionale' e addirittura un 'modello da esportare' come ha lasciato intendere lo stesso Sottosegretario alla Cultura dopo il suo tour folignate.
Cinquantamila presenze – Risultato oltre le migliori aspettative, sfiorate le cinquantamila presenze in nove giorni di accessi gratuiti. Quasi un 'pellegrinaggio' tanto per restare in tema, tanto che ieri sera, prima della chiusura si è registrato un vero e proprio boom con una fila arrivata sino all'imbocco di via Garibaldi. Un mix tra interesse artistico, valenza mistico religiosa e voglia di esserci per vivere un evento che resterà nella storia personale e collettiva. Non a caso si è scelto di ricollocarlo nella chiesetta dove restò per secoli.
Alla città resta il 'miracolo' – E la 'Madonna di Foligno' alla fine il 'miracolo' l'ha fatto: ha fatto scoprire e riscoprire ai folignati la loro città. Una città che dopo il recupero post sismico e l'opera di pavimentazione appare bella come mai. Una città che ha gioielli artistici, architettonici e culturali unici in Italia e nel mondo. Un patrimonio troppo spesso ingiustamente e colpevolmente 'poco valorizzato' se non addirittura ignorato o snobbato. Foligno non più solo 'città della Quintana' ma anche dei Trinci, del Perugino, di Gentile da Fabriano, della Calamita Cosmica, dell'arte contemporanea, del Bernini e di tanti altri gioeilli ancora da (far) scoprire.