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ADDIO AL CALCIO ZAMPAGNA (2): I COLORI E LA VOCE DELLA CURVA EST. PARLA UNO STORICO 'FREAK BROTHER'

(Ri. Fo.) – Ieri sera la curva Est, da sempre covo degli ultras della Ternana allo stadio Libero Liberati, è tornata a riempirsi di tifosi; questa volta però non per una partita di calcio ufficiale ma per un’occasione di solidarietà e di festa: l’addio al calcio professionistico di Riccardo Zampagna. A colorare lo stadio con le bandiere e gli striscioni non c’erano soltanto i sostenitori delle “Fere” ma anche tantissimi tifosi dell’Atalanta che con la loro presenza hanno dato un contributo importante alla riuscita di un evento che, inizialmente, sembrava non avere le condizioni climatiche a proprio favore. La 'Est' ieri è stata davvero un centro di aggregazione, anche grazie al dj set e all’angolo bar gestiti dal Rolando Cafè Terni che, posizionati direttamente nel primo anello, il settore più basso della curva, hanno reso palpitante l’attesa della partita. L’evento, come previsto, si è svolto regolarmente ed il tifo è stato compatto nel sostenerlo; l’unico accenno di polemica ha riguardato la comparsa, sul prato verde del campo da gioco, di Marco Di Loreto, fischiato per aver militato in passato nelle file del Perugia, gli 'odiati' cugini. Tanti invece gli applausi per Igor Protti, ex bomber che ancora oggi rappresenta una bandiera per i sostenitori del Livorno, Domenico Giampà, centrocampista attualmente in forza al Modena.
In mezzo ai cori, fra le urla e le risate, gli abbracci, le pacche sulle spalle e tanta, tanta birra, la testimonianza di un ex ultrà (che ha chiesto di rimanere anonimo) è servita a rintracciare il senso che la serata ha avuto per chi, per tanti anni, ha vissuto attivamente la Curva Est: “Ho iniziato a seguire la Ternana come ultrà nel 1995 e fino al 2006 ho partecipato a più di cento trasferte ed a quasi tutte le partite in casa. Con la giornata di oggi a mio avviso siamo tornati alla genuinità di un calcio senza barriere, senza confini, senza tornelli, senza polizia ma solamente con la voglia di festeggiare Zampagna, cui va riconosciuto il merito di aver riunito gente che non veniva più allo stadio da sei anni: per me è davvero emozionante rivedere persone con cui ho condiviso tanti momenti e che non incontravo più da tempo. Non venivo al Liberati dal 2006, da quando le autorità hanno iniziato a pretendere il documento di riconoscimento all’ingresso dello stadio (cosa che non mi risulta avvenga in altri luoghi di aggregazione, come le discoteche ad esempio). Credo che la giornata di oggi rappresenti anche un ritorno alle origini, che ci hanno contraddistinto come una delle tifoserie più importanti d’Italia e come tifoseria che ha provato a cambiare questo mondo, tramite una propaganda ultras che andava oltre il contesto cittadino, ad esempio mediante i “Raduni Antirazzisti”. Qua molte persone hanno trovato un motivo di aggregazione, la curva era vissuta nell’arco dell’intera settimana con riunioni fatte quasi tutti i giorni: era un movimento culturale a tutti gli effetti, una sottocultura che esprimeva i nostri ideali ed i nostri valori. Forse per qualcuno eravamo scomodi e in seguito agli incidenti avvenuti nel 2005 presso la Stazione ferroviaria di Terni, che hanno visto coinvolti i tifosi da una parte e le Forze dell’Ordine dall’altra, gli ultras della Ternana sono stati presi di mira. Vorrei concludere citando un personaggio che per quelli della mia generazione è stato molto importante: il “Subcomandante Marcos” (rivoluzionario messicano, portavoce dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, che solitamente indossava un passamontagna). “Volete sapere chi è un rivoluzionario? Guardatevi allo specchio e se ne avete lo spirito allora siete voi Marcos, perché un passamontagna è in grado di indossarlo chiunque”. Ecco, pensa a me come ad un Anonimo Freak Brothers nell’animo, che tale rimarrà per sempre.”

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