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ADA URBANI(FI) SULLE DICHIARAZIONI DI DRAGHI

“Per sviluppare il Paese occorre stimolare i consumi; il nostro Paese è fanalino di coda in Europa sui salari, si guadagna troppo poco”. Su queste frasi, pronunciate ieri pomeriggio a Torino dal Governatore della Banca d'Italia Draghi, interviene, con una nota, Ada Urbani (FI) per la quale “gli scioperi e le dimostrazioni per i salari bassi e prezzi alle stelle corrispondono alla realtà che sta vivendo il Paese ormai alla frutta, mentre i politici tenacemente rimangono sulle rispettive posizioni”.”Per fortuna – fa sapere Urbani – è ormai ufficiale che il senatore Lamberto Dini, dopo lo scioglimento della Margherita, si è dichiarato libero dall'impegno di coalizione riprendendosi l'autonomia di appoggiare solo gli adempimenti che perseguiranno l'interesse collettivo del Paese. Forse qualche altro senatore lo seguirà: forse si apre uno spiraglio per il Paese”.”Questa Legge Finanziaria – continua il consigliere regionale – non sta in piedi e la classe politica (che sta dando la peggiore immagine di se stessa) non rappresenta affatto lo specchio della società che l'ha espressa. Questa Finanziaria non contiene la spesa e pertanto non riduce la pressione fiscale necessaria al contenimento dei prezzi. Inutile sottolineare l'opinione negativa internazionale sull'operato del Governo Prodi: l'ultimo Ecofin, come il Fondo Monetario internazionale, si sono mostrati delusi dall'azione dell'Esecutivo italiano in merito al rientro del debito e alla destinazione del ‘tesoretto' usato per coprire l'aumento delle spese correnti. L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ha segnalato che l'aumento della pressione fiscale in Italia (dell'1,7 per cento) è stato il più alto tra tutti i Paesi Ocse, raggiungendo una soglia (43,1 per cento del Pil) del tutto superiore alla media degli altri Stati”.”La Banca centrale italiana – si legge nella nota – ha ribadito che la spesa pubblica, cresciuta con l'attuale governo del 3 per cento rispetto a quella del precedente governo Berlusconi, è diventata una ‘emergenza'. Il governatore Mario Draghi, ribadisce che, malgrado il miglioramento di gettito fiscale conseguito nel 2006, il mancato rientro dell'indebitamento netto al di sotto del 3 per cento del Pil comporterà per l'Italia l'attivazione delle procedure per i disavanzi eccessivi. Si sciopera alla ricerca di aumenti salariali in nome di una qualità di vita dignitosa che si potrebbe perseguire più facilmente con il contenimento dei prezzi al consumo diminuendo l'imposizione fiscale . Ma il governo attuale è sordo da quell'orecchio”.”Anche la Regione Umbria – conclude il consigliere di Forza Italia – ha dato quest'anno il suo buon contributo all'aumento del debito pubblico. E per coprire l'endemica esigenza di fondi per pagare tante inutili spese regionali e degli enti locali non sono bastati gli aumenti di tasse, imposte e tributi disposti a livello comunale e regionale (bollo auto, tariffe, addizionali irpef), infatti, sia i Comuni che le Province che la Regione si sono dovuti pesantemente indebitare per coprire i minori trasferimenti statali, con strumenti di finanza derivata. Consulenze e prebende, doppioni nei servizi (o meglio nei disservizi), interventi a pioggia nella formazione professionale, aumento del numero dei dirigenti ad ogni livello, mantenimento di enti e consigli inutili e costosi fanno sì, per esempio, che il bilancio regionale presenti tratti oscuri degni della notte della politica che stiamo attraversando, mentre i servizi essenziali mancano e molti sono i cittadini che vivono momenti di forte disagio. Siamo ormai in vista della stagione dei bilanci, politici oltre che economici, in ogni Comune e nella stessa Regione. Mi auguro che si evitino festini di sorta. Sarebbe un piccolo inizio per utilizzare una parola che s'è persa da anni: risparmiare”.